
PESCARA – Danni ai reni, al cervello e al fegato. Vertigini, mal di testa e dermatiti. Questi gli effetti del cloroformio nel sangue, una delle sostanze tossiche presenti nell’acqua contaminata dalla discarica Bussi di Pescara.
Mario Pappagallo sul Corriere della Sera spiega che i livelli di cloroformio, usato in passato come anestetico, nell’acqua contaminata arrivata nelle case di 700mila persone sono 300 volte superiori al limite consentito e che il corpo umano li assorbe bevendo l’acqua o anche respirando:
“Respirando l’aria, attraverso la catena alimentare, bevendo e facendo doccia o bagno attraverso la pelle. Se l’acqua della doccia è abbastanza calda il cloroformio evapora e finisce in un aerosol che si respira. Studi nelle persone e negli animali indicano che dopo è trasportato dal sangue a tutte le parti del corpo: dal grasso dove si accumula, agli organi «filtro» fegato e reni. Se si smette di assumerlo, dal grasso va via rapidamente. Quello ingerito diventa «scarto» o metabolizzato: di qui, in base alla quantità , gli effetti nocivi per la salute. Solo una piccola parte dei prodotti di degradazione viene espulsa dal corpo, anche attraverso la respirazione”.
Gli organi più colpiti sono il cervello, il fegato e i reni:
“Il cloroformio è stato abolito come anestetico proprio per i suoi effetti nocivi sul fegato e sui reni. Se si respira, in quantità non alte e per un breve periodo di tempo, può essere causa di stanchezza, vertigini e mal di testa. In grandi quantità , può anche causare «ferite» quando tocca la pelle. Non sono stati provati effetti sull’apparato riproduttivo umano e mutazioni causa di malformazioni alla nascita. Ma si sospettano. Aborti spontanei sono stati, infatti, riscontrati nei topi sottoposti a livelli elevati di cloroformio nell’aria e in quelli che durante la gravidanza ne bevevano con l’acqua o lo ingerivano con il cibo. Rilevati anche spermatozoi anomali e malformazioni alla nascita nei topolini”.
Il cloroformio è inoltre sospettato di avere un’azione cancerogena, ma la certezza scientifica di questo rischio ancora non c’è:
“I risultati di studi su persone che hanno bevuto acqua clorata ha mostrato un possibile legame tra il cloroformio e l’insorgenza del cancro del colon e della vescica. Negli animali si sono sviluppati tumori al fegato o ai reni con cibo o acqua contaminati (e se assunti per molto tempo). Non è provato che ciò accada anche nell’uomo. Gli scienziati comunque lo classificano come «sospettato». L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione lo definisce come «possibilmente cancerogeno per l’uomo»”.
Tra gli altri inquinanti presenti nell’acqua contaminata anche gli idrocarburi. Gli effetti di queste sostanze li spiega Umberto Solimene dell’università degli studi di Milano al Corriere della Sera;
“«Possono provocare, se ingeriti od usati a lungo, danni al fegato,rene,sistema endocrino e favorire processi tumorali. Esiste un’ampia letteratura tossicologica al riguardo. Essendo sostanze liposolubili (si sciolgono nei grassi)si possono accumulare nel tessuto grasso. Il rischio legato alla loro presenza nelle acque comprende la possibilità di un’esposizione accidentale acuta, ma soprattutto quella di un’esposizione cronica. Generalmente non vengono raggiunte concentrazioni tali da determinare un’azione immediata sulla salute dell’uomo, ma soltanto effetti differiti nel tempo se l’esposizione è per lunghi periodi»”.
