Endemia, dicesi endemia quando una patologia infettiva resta presente nella popolazione ma non allarga progressivamente il campo dei contagiati. Una situazione similare in Italia è sembrata vicina questa estate e ancora fino a fine settembre. Calavano i contagi, salivano le vaccinazioni. Endemia sfiorata nei numeri, immaginata e vissuta nei comportamenti. Ora da settimane è tornata epidemia. Dicesi epidemia quando una patologia infettiva allarga in progressione il campo dei contagiati. Ad autunno 2021 in Italia è di nuovo epidemia, tutti gli indicatori, a partire dallo R con T (il tasso di infezione trasmessa uno ad uno) lo confermano.
Nuovi vaccinati in un giorno di fine ottobre: solo settemila. La montagna dei 7,5 milioni di italiani che hanno scelto di non vaccinarsi non si sgretola, tanto meno frana. Sette milioni e mezzi di non vaccinati, cui vanno aggiunti i milioni di non vaccinabili (al di sotto dei 12 anni di età) bastano e avanzano come fabbrica, logistica e diffusione dell’epidemia. Un virus che ha a disposizione una platea di più di 10 milioni di contagiabili su neanche 60 milioni di popolazione effettiva non muore certo di stenti.
Vaccinazione di massa iniziata a febbraio-marzo. Dopo sei mesi la protezione dei vaccini cala. Cala, non svanisce. Cala, vuol dire che il vaccinato può essere contagiato. Non sparisce, vuol dire che il vaccinato contagiato in ospedale non ci va (se non ha altre gravi patologie), tanto meno in terapia intensiva. Vaccinato poi contagiato Covid lo prende in forma leggera o contenuta ma non grave, tanto meno ci muore. Ma calo protezione vaccini ovviamente favorisce il dato epidemico.
Green Pass, la realtà è che viene richiesto di rado, almeno nella vita quotidiana. Inutile invocare controlli tanto severi quanto impossibili. La percezione (ancora una volta illusoria) che sia finita porta molti a trattare procedura Green Pass come fosse burocrazia. E per le mascherine è in atto una lenta disabitudine ad usarle. Altrettante condizioni di favore per l’epidemia.
Infine la riscoperta delle piazze come luogo di manifestazioni e dei cortei. La protesta No Vax si fa un dovere quasi religioso di scendere in piazza senza mascherine, ammassandosi con ostentata volontà. Ci si infetta al presidio o in corteo e poi si parte a raggiera a diffondere l’infezione eventualmente contratta. Esempio scuola: i 93 (finora) manifestanti No Vax contagiatisi a Trieste e quindi la città focolaio più acceso d’Italia. Ma se i No Vax lo fanno letteralmente apposta, piazza e cortei (sia pure con un po’ di mascherine) sono stati riscoperti anche da altri. E ancora fatti di tutt’altra natura ma omologabili quanto a potenzialità epidemiche: i rave in cui migliaia si concentrano e si “fanno” sia di musica e droga che di coronavirus (quando presente).
Somma e mischia mascherine a mezz’asta, rave, cortei, calo protezione vaccini, 7,5 milioni che non si vaccinano e non si vogliono vaccinare e ancora freddo che arriva…fa epidemia per il terzo inverno di fila.