MILANO – In Italia sceglie di morire a casa propria il 55,7% dei malati di cancro, con valori molto variabili tra nord-est (25,7%) e sud (93,5%9. Per i malati di tumore in fase avanzata, assistiti dalla Fondazione Ant Italia invece, questa scelta e' fatta in media dall'80% dei propri assistiti, di cui il 66,7% al Nord, l'80,3% al centro e il 91,7% al sud. Lo ha rilevato Fondazione Ant nella presentazione del suo bilancio economico e sociale 2011 oggi a Milano. La fondazione ha inoltre evidenziato delle discrepanze nei dati del ministero della Salute circa l'attuazione della legge 38/2010 che garantisce l'accesso alle cure palliative e alla rete di terapia del dolore.
''Nella relazione è scritto infatti che i pazienti assistiti in regime di cure domiciliari nel 2010 sono stati 3.029 – spiega la presidente dell'Ant, Raffaella Pannuti – ma il dato risulterebbe parziale a causa di rilevazioni lacunose del sistema informatico. Nello stesso anno, infatti, il Ssn ha messo in convenzione, e quindi riconosciuto economicamente alla Fondazione Ant, 3.228 sofferenti di tumore. Pertanto nel 2010 risultano assistiti dallo Stato 3.089 Pazienti, contro quelli fatturati da Ant al Ssn, che sono 3.228''.
Prescindendo dai dati dei servizi informatici della pubblica amministrazione ''resta da appurare che fine abbiano fatto i 5.386 sofferenti fantasma assistiti da Ant al di fuori delle convenzioni – conclude Pannuti – che hanno potuto usufruire di cure contro il dolore come previsto dalla legge 38/2010 e di una presa in carico socio-sanitaria globale da parte della nostra Fondazione''.