
ROMA – Altro che diete, sport e sacrifici: il segreto per vivere a lungo è un gene. Si chiama Foxo3A: se ce l’hai puoi campare cent’anni e più, se non ce l’hai… forse no. Ne scrive sulla Stampa Fabio Poletti.
Il gene in questione è quello che regola il metabolismo ossidativo, contrastando i danni provocati dai radicali liberi. Questo gene è stato rilevato in diversi ultracentenari del Cilento, dell’Ogliastra e della zona di Okinawa, in Giappone: tre delle zone più densamente popolate da anziani con oltre 100 anni.
Il geriatra Thomas Perle, dell’Università di Boston, ha scoperto che le persone più vecchie della Terra hanno alcune caratteristiche comuni, oltre al gene: quasi totale assenza di infarti, ictus, diabete, Parkinson. Più diffuse osteoporosi e cataratta. Ma nulla di letale.
Da quando l’aspettativa di vita si è allungata sono in molti a cercare il segreto della longevità. Come sottolinea Poletti,
Malattie un tempo letali – l’influenza spagnola nel 1918 fece 50 milioni di morti, sarebbe bastato un vaccino per debellarla – oggi non fanno più paura. Ma a parte il gene «Foxo3A» nessuno sa davvero quale sia l’elisir di lunga vita e perché in certe regioni del mondo si vive più a lungo che in altre.
L’importanza di studiare i meccanismi della longevità ha ripercussioni ad ampio raggio: capire quanto si allungheranno le aspettative di vita potrà aiutare anche a rimodulare più correttamente i sistemi pensionistici.
Un fatto non da poco, visto che nel 2015 le persone con più di 65 anni saranno il 22% della popolazione mondiale. Già oggi gli over 60 sono più del 10% della popolazione totale (810 milioni su 7 miliardi).
I giapponesi rivendicano il primato di ultracentenari. Nel nel 2008 hanno censito 36.276 ultracentenari. Nelle loro comunità si seguono due regole: l’ishokudoghen (“il cibo è la tua medicina”) e lo yuimaru (che indica l’appartenenza al gruppo). Ma la regola, o meglio, la condizione fondamentale sembra essere il gene Foxo3A.
