ATENE, GRECIA – Sos ictus in Grecia, dove la crisi economica non da oggi sta facendo sentire i suoi effetti peggiori sulla salute delle persone. Il 45% dei greci colpiti da malattie cardiovascolari non ha più soldi per curarsi. L’8% ritiene che i farmaci sono diventati una spesa non più accessibile.
Nello specifico: il 12,9% del campione dei pazienti esaminato (45.000 persone) ammette di aver interrotto l’assunzione delle medicine necessarie per prevenire e curare le malattie a causa del loro prezzo eccessivo.
Sono i dati di una ricerca dell’Istituto ellenico di Cardiologia (Elikar), dal titolo “Controllo mensile del colesterolo-Valutazione dei rischi cardiovascolari”, che ha evidenziato come l’allarmante aumento di malattie cardiovascolari e di eventi vascolari (infarti) e cerebrovascolari (ictus) sia riconducibile indirettamente ai gravi danni provocati dalla crisi economica, che ha reso il sistema sanitario nazionale incapace di fornire gratuitamente le cure opportune per i pazienti.
Particolarmente allarmante la situazione dei greci a rischio ictus: il 13% non riesce più ad assumere i farmaci di cui ha bisogno per portare avanti i trattamenti medici prescritti. La fibrillazione atriale, che nei paesi occidentali colpisce l’1-2% della popolazione, risulta la principale causa dell’ictus. Il 3% della popolazione ne soffre, con la percentuale che supera il 10% nelle persone di oltre 75 anni di età.
Come ha specificato Giorgos Andrikopoulos, direttore del reparto di Cardiologia dell’ospedale Henry Dunant di Atene, la cura della diffusa fibrillazione atriale “provoca costi socio-economici molto elevati”, che in questo momento i malati non sono in grado di sostenere economicamente; ciò spiegherebbe proprio la crescente insorgenza di casi di ictus.
In base a un rapporto pubblicato lo scorso 22 febbraio da The Lancet, una delle riviste mediche più autorevoli al mondo, le misure di austerità e i brutali tagli alla spesa pubblica imposti alla Grecia dalla Troika (Fmi-Bce-Ue) “hanno colpito la salute della popolazione greca e il loro accesso ai servizi sanitari pubblici”, portando ad una vera e propria “tragedia della salute pubblica greca”.
Nel Paese non sono perciò solo i pazienti affetti da patologie cardiovascolari a scontare sulla propria pelle la scarsezza del sistema sanitario nazionale, incapace di aiutare chi è impossibilitato a pagarsi le cure a proprie spese. La mortalità infantile è infatti quasi raddoppiata; il numero dei bambini che nascono sottopeso è cresciuto del 19%, quello dei nati morti del 20%, poiché le madri hanno perfino difficoltà nel farsi seguire dai ginecologi privati e le strutture ospedaliere faticano a coprire tutte le gravidanze.