MICHIGAN, USA – Aveva affittato l’utero, i genitori biologici volevano che abortisse, ma lei รจ andata a partorire da un’altra parte.
La maggior parte delle maternitร sostitutive si conclude con un lieto fine. La storia di Crystal Kelley rivela perรฒ le complessitร di una pratica medica le cui implicazioni, legali ed etiche, non sono ancora del tutto esplorate.
Crystal Kelley, giovane madre portante americana, non ha voluto abortire il bambino nel suo grembo nonostante il parere dei genitori biologici che avrebbero voluto interrompere la gravidanza a causa di gravi deformazioni individuate nel feto.
Il principio della maternitร sostitutiva (o surrogazione di maternitร ) porta in teoria dei vantaggi a tutte le parti. Tramite la fecondazione assistita, una madre portante si assume il compito di provvedere alla gestazione per conto di una coppia sterile alla quale consegnerร il nascituro. Cosรฌ, nonostante la sua sterilitร , la coppia puรฒ realizzare il suo sogno mentre la madre portante ha la soddisfazione morale di aiutare una coppia in difficoltร e beneficia di una ricompensa monetaria.
Nel caso della maternitร sostitutiva di Kelley, le parti sono finite davanti ad un tribunale. Tutto รจ cominciato quando si รจ scoperto che la bambina che Crystal portava in grembo per conto di una coppia del Connecticut aveva una cheiloschisi, una grave malformazione al cuore, una ciste nel cervello e che le sue chance di vivere une vita ยซnormaleยป erano di conseguenza basse.
La coppia di genitori biologici ha chiesto alla madre portante di interrompere la gravidanza. Nel contratto firmato si menzionava lโaborto in caso di ยซgravi anormalitร del fetoยป. Crystal Kelley, dopo qualche giorno di esitazione e malgrado unโofferta in denaro, ha deciso di rifiutare. Voleva portate a termine la gravidanza nonostante il parere dei genitori biologici.
La battaglia tra Kelley e i genitori biologici ha avuto allora unโescalation legale. Dapprima, Kelley ha ricevuto delle lettere di un avvocato che la intimavano di abortire. In seguito, la coppia ha fatto sapere alla madre portante di aver cambiato la propria opinione. Non volevano piรน impedire la gravidanza. Ma quando la bambina sarebbe nata, avrebbero esercitato il loro diritto legale per ottenere lโaffidamento del nascituro e per consegnarlo alla custodia dello stato. Secondo la legge del Connecticut, i genitori della bambina erano loro e non la madre portante.
Crystal Kelley poteva arrendersi oppure combattere. Ha deciso la seconda opzione. Lโunica cosa che le restava da fare era andare lontano centinaia di chilometri per stabilirsi in uno stato dove sarebbe stata lei la sola madre legale.
In Michigan, dove le maternitร sostitutive non sono riconosciute dalla legge, ha potuto dar vita alla bambina, afflitta come previsto da numerose deformazioni e complicazioni sanitarie. La neonata รจ stata poi adottata ed oggi vive con una madre ed un padre adottivi che la amano teneramente pur sapendo che la bambina non avrร unโesistenza come gli altri e che forse non vivrร a lungo.
La storia di Crystal Kelley puรฒ suscitare reazione contrapposte e rivela i dilemmi etici e legali implicati in pratiche complesse come la surrogazione di gravidanza. Per qualcuno Kelley รจ unโeroina che ha combattuto e si รจ sacrificata per amore nei confronti di una vita indifesa e minacciata. Per altri รจ unโirresponsabile che รจ fuggita lontano con il figlio di qualcun altro e che ha dato alla luce una creatura destinata fin dalla culla alla sofferenza.
