ROMA – I neonati che piangono la notte hanno le idee chiare: sfinire la mamma ed evitare l’arrivo di un nuovo fratellino. Secondo lo studio dell’Università di Harvard, il pianto notturno dei neonati non sarebbe poi così innocente. Oltre a richiamare l’attenzione dei genitori, che viene così monopolizzata, il pianto diventa la strategia perfetta per evitare il concepimento e “salvarsi” dall’arrivo del “rivale”, fratello o sorella che sia.
Gianluca Nicoletti scrive su La Stampa:
“Lo scopo dei piccoli urlatori è evitare a tutti i costi una congiunzione fisica tra papà e mamma che, non sia mai, comporterebbe il pericolo della procreazione di un nuovo intruso. La relazione degli scienziati sostiene che il poppante persista a prolungare il più possibile l’allattamento al seno durante la notte, perché inconsapevolmente cerca di prolungare il tempo dell’infertilità post-parto di sua madre, nota come amenorrea, l’allontanarsi del pericolo che possa mettere in cantiere un nuovo fratellino”.
David Haig, autore dello studio, ha spiegato:
“Svegliarsi di notte per succhiare è un espediente dei bambini per estendere l’amenorrea della loro madre, ritardando così la nascita di un fratello minore e migliorare la propria sopravvivenza infantile”.
Anche Siobhan Freegard, fondatore del sito inglese dedicato ai genitori Netmums, ha commentato:
“Far passare tempo più lungo tra le nascite di due fratelli darebbe la madre maggiore possibilità di recuperare energie dopo la fatica del parto, questo in effetti contribuisce a rendere i bambini più velocemente indipendenti, aumentando così le loro possibilità di sopravvivenza”.