ROMA – Vietare la scuola ai bimbi non vaccinati: gli assessori regionali alla Sanità, riuniti mercoledì a Roma, si sono trovati tutti in accordo e contemporaneamente il deputato Filippo Crimì (Pd), ha presentato una proposta di legge che va nella stessa direzione. L’ipotesi è di inserire l’obbligo nel nuovo “Piano nazionale di prevenzione vaccinale”, che si sta scrivendo in questi giorni, e che costerà 200 milioni in più rispetto al passato, proprio per la introduzione di nuove vaccinazioni.
“Bisogna porsi il tema ma le Regioni non vietano nulla a nessuno”, ha detto il coordinatore degli assessori regionali, Sergio Venturi. “Non vietiamo l’accesso alla scuola pubblica ma ci poniamo il tema che la frequenza della scuola sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie”, ha precisato Venturi. Il piano vaccinale andrà il 20 ottobre all’attenzione dei governatori nel corso della Conferenza delle Regioni e, successivamente, all’esame della Conferenza Stato-Regioni. Che all’accesso nella scuola sia presentato il libretto dei vaccini è già previsto nel piano attuale del ministero della Salute. Finora però anche se non si erano fatti i vaccini obbligatori, i bambini venivano ugualmente iscritti a scuola.
“Il diritto all’accesso agli studi – osserva il coordinatore degli assessori regionali – è costituzionale così come lo è anche il diritto alla salute“. Al tempo stesso, in Parlamento il deputato Crimì annuncia che “per combattere l’allarmante calo delle vaccinazioni nel nostro Paese ho deciso con alcuni colleghi di intervenire con norme idonee, presentando alla Camera un progetto di legge che reintroduce l’obbligo di vaccinazione per i bambini che frequentano le Scuole dell’obbligo”.
C’è anche però chi frena, come la capogruppo Pd in Commissione Affari sociali, Donata Lenzi, che fa notare: “E’ importante la massima attenzione sui vaccini, quindi bene le campagne informative ma è davvero eccessiva l’ipotesi di negare le iscrizioni nelle scuole ai bambini non vaccinati. Il loro diritto all’istruzione va garantito”.