Salute

Omicron, cosa sappiamo della nuova variante: sintomi, tempi di incubazione, febbre, tosse, differenze con la Delta

Variante Omicron, cosa sappiamo. Quali sono i sintomi della nuova variante del Covid sequenziata per la prima volta un mese fa in Sudafrica. L’unico modo per scoprire se un caso di Covid è attribuibile alla variante Omicron o alla “vecchia” variante, la Delta, è fare il sequenziamento, ovvero portare i tamponi in laboratorio e analizzarli.

Variante Omicron, tutto quello che c’è da sapere: sintomi, tempi di incubazione

Nel Regno Unito un gruppo di scienziati ha esaminato i dati più recenti grazie ad un’ app, la Zoe Covid Study. Lanciata nel marzo 2020, l’app permete agli utenti di inserire informazioni sulla propria sintomatologia relativa al Covid-19.

Studiando i dati, fino ad ora è emerso che i sintomi della Delta e della Omicron potrebbero essere molto simili. Le persone che si sono infettate hanno avuto a che fare con naso che cola, mal di testa, senso di affaticamento, raffreddore e mal di gol.

Omicron, solo il 50% sviluppa febbre, tosse, perdita olfatto e gusto

Come con la Delta, solo il 50% delle persone ha avuto febbre, tosse, perdita dell’olfatto o del gusto. Ci sono stati anche casi di perdita di appetito e di quella che viene chiamata “nebbia mentale” o “nebbia cognitiva”. La perdita dell’olfatto è però meno prevalente rispetto alla Delta. A sottolinearlo è stata anche la dottoressa Angelique Coetzee, presidente della South African Medical Association. Questa associazione di medici è stata fra le prime a dare l’allarme.

In un’intervista, la Coetzee ha spiegato: “Nei casi Omicron i livelli di ossigeno restano normali, ci potrebbe essere un leggero aumento della frequenza cardiaca, non si perde l’olfatto e la gola è secca”. La dottoressa Coetzee mette però in guardia, precisando che le persone anziane e affette da malattie sono comunque a rischio. 

Sempre in Sudafrica sono stati analizzati 211mila tamponi. Di questi, 78mila sono stati effettuati nel periodo tra il 15 novembre e il 7 dicembre. In queste settimane c’è stato un rapido aumento di casi Omicron. Lo studio ha scoperto che le persone infettate più di recente avevano congestione nasale e mal di schiena.

La Omicron assomiglia ad un raffreddore?

Secondo lo studio, Omicron sembrerebbe dare sintomi lievi e sembrerebbe assomigliare più a un raffreddore che a un’influenza.Il New York Times spiega però che gli scienziati non hanno ancora capito se questo è dovuto alle mutazioni o al fatto che alcune delle persone che si sono infettate erano vaccinate. 

In Gran Bretagna però, secondo i dati diffusi in queste ore dalle autorità sanitarie, arriverebbero buone notizie. Il rischio di essere ricoverati in ospedale a causa della variante Omicron del Covid sarebbe infatti fino al 70% inferiore rispetto alla variante Delta. 

A rilevarlo è la britannica Health Security Agency (Ukhsa). L’agenzia ha condotto una ricerca sui casi relativi alla variante nel Regno Unito, in base ai quali “si stima che un individuo con Omicron abbia tra il 31 e il 45% in meno di probabilità di finire al pronto soccorso rispetto ai contagiati da Delta e tra il 50 e il 70% in meno di probabilità di essere ricoverato in ospedale”. I risultati sono sostanzialmente simili alle stime fatte in due studi dai ricercatori in Scozia e dall’Imperial College di Londra.

Tempi di incubazione diminuti, bastano tre giorni

Altro interessante aspetto analizzato in queste settimane da diversi studi sono i tempi di incubazione. L’epidemiologo Waleed Javaid citato dal New York Times, ha riferito che a causa della variante Omicron una persona può sviluppare sintomi e diventare contagiosa già tre giorni dopo l’esposizione rispetto ai quattro-sei richiesti per la Delta.   

In Italia è al 28%: i casi raddoppiano ogni due giorni

La variante Omicron è stata identificata per la prima volta un mese fa, esattamente il 22 novembre 2021, nei laboratori di Botswana e Sud Africa. Al momento è diffusa in 78 Paesi e in sei ha sostituito la Delta al 100%.

In Italia, come spiega l’Iss è in forte crescita. “Da una stima basata sulle analisi preliminari dei tamponi raccolti per l’indagine rapida del 20 dicembre potrebbe essere intorno al 28%, ma con forti variabilità regionali”. L’analisi si è basata su circa 2mila tamponi raccolti in 18 regioni e province autonome.

Anche se i risultati sono ancora preliminari, “la stima conferma la grande velocità di diffusione della variante, che sembra dare focolai molto estesi in breve tempo e si avvia ad essere maggioritaria in breve tempo, come sta già avvenendo in diversi altri paesi europei” spiega il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro.

“In base ai dati disponibili le armi a disposizione sono la vaccinazione, con la terza dose tempestiva, e le misure, individuali e collettive, per limitare la diffusione del virus, le mascherine la limitazione dei contatti e degli assembramenti”.

Ogni due giorni raddoppiano i casi di Omicron

Confrontando i risultati della flash survey condotta con la raccolta dei campioni il 6 dicembre e quelli diffusi oggi, il tempo di raddoppio della variante omicron risulta di circa due giorni “in linea con quello già trovato in altri paesi europei”. Una indicazione più precisa sulle stime di prevalenza verrà dal completamento della flash survey, i cui risultati arriveranno il 29 dicembre, mentre una nuova flash survey è già programmata per il 3 gennaio per valutare strettamente l’evoluzione della situazione epidemiologica.

Published by
Lorenzo Briotti