La variante Omicron causa un’infezione meno grave rispetto alle altre mutazioni del coronavirus Sars-CoV-2 anche negli esperimenti condotti sugli animali.
Un altro indizio a sostegno della minore aggressività della nuova variante arriva da uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’University of Liverpool e reso disponibile in pre-print sul database bioRxiv.
Variante Omicron meno grave, le ipotesi prima dello studio
Fin dai primi giorni successivi alla comparsa della nuova variante si sono accumulate osservazioni che indicavano una minore gravità dell’infezione nei pazienti infettati da Omicron.
Tuttavia ancora non è stato chiarito se ciò sia dovuto a una effettiva minore aggressività del virus o alla protezione offerta da precedenti infezioni o dalla vaccinazione.
Lo studio sulla variante Omicron: meno grave
Lo studio appena condotto conferma un cambiamento nelle caratteristiche del virus.
I ricercatori hanno condotto esperimenti su topi geneticamente modificati per sviluppare un modello di infezione da Sars-Cov-2 simile a quello umano, confrontando l’esito dell’infezione con tre ceppi di virus diversi: Omicron, Delta e una versione del virus prelevata nelle prime fasi della pandemia in Gran Bretagna.
Variante Omicron: nei topi minore carica virale e meno danni polmonari
I topi infettati con Omicron avevano una minore carica virale sia nel naso, sia in bocca, sia nei polmoni. Inoltre perdevano inoltre meno peso (nei topi, il peso è uno degli indicatori più usati per quantificare la gravità di Covid).
Infine presentavano segni di danno polmonare molto più lievi rispetto ai topi infettati con le altre varianti.
Ricercatori: “Variante Omicron è meno grave. Ma molto contagiosa”
“Nessun modello animale può prevedere con assoluta certezza le conseguenze dell’infezione nell’uomo. Tuttavia, i dati qui presentati suggeriscono con forza che le conseguenze cliniche dell’infezione nell’uomo con la variante Omicron possono essere meno profonde dell’infezione con la variante Delta o con i virus originali”, scrivono i ricercatori.
Gli scienziati tuttavia avvertono la grande trasmissibilità della variante e la sua capacità di eludere l’immunità pre-esistente potrebbe avere “un impatto potenzialmente catastrofico sulla saturazione sanitaria”.