Pfizer terza dose efficace al 95,6%, variante Delta inclusa. Il 95,6% di protezione dalle infezioni, variante Delta inclusa: dopo solo sette giorni dalla somministrazione, la terza dose di vaccino prodotto da Pfizer ha fatto registrare ottimi risultati quanto ad efficacia.
Pfizer terza dose efficace al 95,6%, variante Delta inclusa
Non solo riequilibra quella attenuata nel temp. Ma fornisce valori più alti in assoluto. Si raggiunge, insomma, un livello di protezione più alto di quello iniziale. E’ quanto ha stabilito dal primo studio randomizzato di un richiamo Pfizer somministrato su 10.000 persone. Gli altri test erano privi di gruppi di controllo, quindi meno probanti sul piano metodologico.
Per esempio, i dati mostrano 5 casi di infezione da coronavirus nel gruppo vaccinato con la terza dose Pfizer, contro 109 contagi nel gruppo placebo (2 dosi Pfizer, più la terza con placebo.
L’Ema aveva già valutato anche che un richiamo del vaccino Pfizer (il Comirnaty) contribuisce all’aumento della produzione di anticorpi nelle persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni quando viene somministrato ad almeno sei mesi di distanza dalla seconda dose.
Per i soggetti sani terza dose forse non necessaria
Secondo uno studio, intanto, la terza dose potrebbe non essere necessaria per tutti. Per il Laboratorio di Neuroimmunologia dell’ospedale Santa Lucia IRCCS di Roma, la seconda dose di vaccino anti-Covid produce non solo la risposta anticorpale ma crea anche la memoria immunologica capace di proteggere a lungo termine la persona. Lo studio conferma la presenza di linfociti T della memoria per almeno 6 mesi dalla prima dose del vaccino, confermando lo sviluppo di una risposta cellulare che si mantiene nel tempo. Per i soggetti sani, dunque, rilevano i ricercatori, “la terza dose di vaccino potrebbe non essere necessaria”.