Salute

Pressione, ecco i limiti: 140 – 90, sopra e sotto non va bene

Pressione, ecco i limiti: 140 – 90, sopra e sotto non va bene

ROMA – Non più di 140 e non meno di 90. Sono questi i limiti della pressione oltre i quali bisogna iniziare a preoccuparsi. Lo raccomandano le nuove linee guida messe a punto dalla European Society of Cardiology (Esc) e dalla European Society of Hypertension (Esh). 

La pressione sanguigna, detto in soldoni, è la forza con cui il cuore pompa il sangue nelle arterie. Nello specifico è la pressione che il sangue circolante esercita sulle pareti dei vasi sanguigni. I valori da tenere sotto controllo sono due: 

Pressione sistolica: Il valore più alto (la massima), indica la pressione nelle arterie in corrispondenza del battito cardiaco, quando cioè il muscolo cardiaco si contrae.

Pressione diastolica: Il valore più basso (la minima), indica la pressione nelle arterie tra battiti cardiaci, quando il muscolo cardiaco si rilascia e il cuore si riempie di sangue.

In età adulta si considera ideale una pressione di 115-120 mmHg per la massima (o sistolica) e 75-80 mmHg per la minima (o diastolica). Per chi soffre di pressione alta, raccomandano gli esperti (quindi oltre i 140 millimetri di mercurio) è raccomandabile iniziare subito la terapia a due farmaci ipertensivi e non più, come si è sempre fatto, con un solo farmaco per poi associarne un altro se il primo non funzionava. La cosiddetta terapia a gradini è superata.

In America sono più previdenti: gli esperti raccomandano di mantenere la pressione sotto i 130 per tutti, adulti e anziani. In Europa le maglie sono più larghe: i cosiddetti ipertesi lievi che hanno valori fra i 140 e i 159 mmHg non sono generalmente sottoposti a terapia farmacologica. Si ritiene sufficiente raccomandare un corretto stile di vita. In realtà, spiegano ancora gli esperti riuniti a Monaco, se si scende dai 150 mmHg (o più) sotto i 140 si ottengono grandi benefici nella prevenzione cardiovascolare. Ma se si riduce ulteriormente la pressione i benefici non sono così rilevanti. Ma attenzione: nei pazienti anziani, scendere sotto i 130 può aumentare le probabilità di ischemia renale.

Insomma le sfumature sono tante così come i farmaci, tutti efficaci. Il problema è prescriverli e assumerli correttamente.

Published by
Daniela Lauria