
MILANO – Oltre 200 spazi pubblicitari sono stati messi in vendita nelle corsie degli ospedali Icp di Milano. Prodotti sanitari, abbigliamento e giocattoli per bambini, negozi di ottica e scarpe. Un modo per incassare fondi extra per almeno 80 mila euro l’anno, in tempi di crisi, per 23 poliambulatori e 4 presidi di Milano, il pediatrico Buzzi, il Centro ortopedico traumatologico e gli ospedali di Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni.
Alessandra Corica su Repubblica Milano scrive che i 213 spazi pubblicitari messi a disposizioni, tre cartelloni e totem, saranno dati in concessione per 5 anni con incassi di circa 80 mila euro l’anno, a cui andrà aggiunto il 5% del fatturato ricavato dai contratti stipulati con gli inserzionisti. Alessandro Visconti, leghista e direttore generale degli Icp, spiega:
“Un modo per racimolare nuove risorse per le casse dell’ente ospedaliero, in tempi di spending review e tagli alla spesa, “e di sfruttare delle risorse che finora non erano state utilizzate. Il ricavato sarà destinato al miglioramento dei servizi offerti dall’amministrazione sanitaria ai pazienti”. La convenzione è stata firmata dopo un bando pubblico che ha messo a gara gli spazi degli Istituti clinici di perfezionamento insieme con quelli dell’ospedale Guido Salvini di Garbagnate: “Una procedura aggregata, per risparmiare sui costi di gara” spiega Visconti”.
Il bando è stato vinto dalla Meneghini & Associati, concessionaria pubblicitaria che ha sede a Vicenza e che in passato ha già stipulato convenzioni simili:
“L’agenzia si occuperà di vendere gli spazi pubblicitari interni alla struttura ospedaliera ai vari clienti. Facendo però una ‘scrematura’ a priori, per evitare che sponsor poco adatti a un luogo di cura possano essere pubblicizzati all’interno dell’ospedale: così, per esempio, saranno banditi gli spot di agenzie di pompe funebri, di case farmaceutiche, di sexy shop o di prodotti vietati ai minori”.
Non tutti i prodotti quindi saranno accettati:
“prima di poter essere pubblicizzati all’interno dell’ospedale, dovranno comunque passare al vaglio di una “commissione etica” costituita all’interno della direzione sanitaria degli Icp, che darà il via libera definitivo allo sponsor. Per evitare sorprese e polemiche”.
