Salute

Quarantena violata: 5 anni di galera…in Vietnam. Da noi in tv forchetta al deltoide per vaccini magnetici!

Forse non saranno proprio e tutti di galera ma sono tondi tondi cinque anni di condanna, condanna penale. Un Tribunale li ha inflitti ad un cittadino vietnamita che, positivo al virus, ha ignorato la quarantena, ha preso treni, è andato in giro e, quelle accertate, ha infettato altre otto persone. In Vietnam quarantena violata e contagio procurato vale cinque anni di condanna in Tribunale. Da noi non si è così drastici, mica siamo vietnamiti o asiatici vari usi ad obbedire in gregge. Da noi la quarantena violata è un peccato che la società considera veniale e la legge pure. Infatti la sanzione è una multa, una multa in denaro neanche alta di importo e di incerta riscossione. 

Non soldatini asiatici ma neanche veri cittadini

Noi europei non siamo per cultura e storia soldatini asiatici. Detta meglio: la cultura occidentale valuta le istanze individuali molto più di culture orientali che privilegiano la collettività come dimensione civile. Noi proteggiamo e teniamo la più ampia possibile la sfera individuale. Per cui, comprensibilmente, niente condanna pesante per chi viola e ignora la quarantena. Ma come esperienza di questi mesi ha più volte dimostrato non pochi di noi non sono veri cittadini. Per uscire di casa e andarsene in giro quando si è in quarantena occorre fregarsene non del Covid o dello Stato ma del prossimo. O meglio: chi se ne frega della sua quarantena mette i suoi bisogni, affari, voglie molto al di sopra e al di là della salute pubblica. Questa può essere sacrificata, quelli no.

Quarantena fiduciaria, spesso formula ipocrita

Quarantena fiduciaria si chiama, quarantena fiduciaria si dice. Cioè basata sulla fiducia reciproca tra il cittadino colpito dal contagio e la collettività nella quale non diffondere il contagio. Chi in quarantena della quarantena se ne frega tradisce e calpesta, abusa di questa fiducia. Nella nostra cultura i, rapporto fiduciario non è tale se è sottoposto a coazione. Ma che si fa con i cittadini sleali, come si reagisce al tradimento…fiduciario?

Pessimi pulpiti

Da noi accade di vedere in tv, accade che qualche tv convochi, ospiti e mandi in onda lo spettacolo on buffo ma tragico di un tizio che avvicina la forchetta al muscolo deltoide per dimostrare gli effetti magnetici del vaccino (circostanza riferita e sottolineata dal sottosegretario Sileri). Mettere in scena la donna cannone e barbuta per vendere audience non è cosa che sgomenta o che almeno venga ritenuta inappropriata da una emittente tv italiana in tempi di Covid e vaccini.

Non quello del deltoide magnetizzato ma chi lo manda in onda attestano e praticano una cittadinanza senza responsabilità da cittadini. Quello e simili cattivi racconti agghindati in tv, apparecchiati in tv sono peggio di una quarantena violata. Diffondono virus, boicottano di fatto i vaccini, soprattutto atterriscono l’idea stessa di cittadinanza, la piallano. Sono pessimi pulpiti.

Barbero e il manifesto sì al vaccino no al Green Pass

Alessandro Barbero, simpatico, empatico studioso e divulgatore. La sua è la firma più nota al pubblico in calce ad un manifesto di docenti universitari che dicono sì al vaccino ma no al Green Pass. Un No motivato dall’effetto discriminatorio secondo i firmatari del Green Pass. Dicono i firmatari: ci siamo vaccinati, non siamo No Vax. Ma è discriminatorio costruire attività consentite e praticabili per i vaccinati e non praticabile per i  non vaccinati. Discriminatorio. E se discriminatorio non fosse in assoluto e per sempre parola di turpiloquio sociale? Perché discriminare è sempre peccato sociale? E’ davvero profondamente ingiusto discriminare tra chi vive la cittadinanza come inestricabile intreccio tra diritti e doveri e chi invece si sente cittadino solo sul versante dei diritti e ignora, anzi nega di avere doveri verso la collettività?

In questo comandamento del non discriminerai mai nessuno e per nessuno motivo c’è l’eco di un’idea orizzontale e piatta della democrazia. Anzi vi è il fallout di una diffidenza non smaltita verso la democrazia liberale. Eco e fallout che si manifestano nelle posizioni culturali della sinistra gauchista che non riesce e non vuole dismettere un umore intellettuale anti Stato.

Una cultura che non applica il metodo critico al discriminare. Alla sola parola scatta un rigetto. Rinunciando, abdicando alla fatica del discriminare chi, cosa, perché. Discriminare è peccato sociale e danno e offesa alla cittadinanza. A condizione che i discriminati si siano comportati da cittadini. Ma questo passaggio, questa obbligata e razionale condizione,  sgomentano, anche alcune tra le menti più acculturate.

Published by
Mino Fuccillo