ROMA – Il sistema sanitario è pubblico, è il segno di civiltà di un paese e chi ha di più deve contribuire in maggior misura. Questo il pensiero di Giorgio Napolitano, dinanzi alla fotografia restituitagli dal ministro della salute, Renato Balduzzi, nella sua relazione annuale.
Balduzzi gli ha prima parlato di un paese “tutto sommato in buona salute”, ma con troppi fumatori, si inizia a bere troppo da giovani e si mangia male, tanto che il 43% degli adulti è obeso o in sovrappeso. Un paese i cui “stili di vita e abitudini alimentari vanno tenuti sotto controllo”. Ma quando arriva a toccare temi più scottanti come quello dei tagli alla sanità, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano interviene. “Sui problemi immediati di finanziamento – ha detto il ministro – si sono innestate esigenze di razionalizzazione del sistema che la crisi economica ha reso più urgenti”. E Napolitano incalza: “Dobbiamo chiedere a chi ha di più: gli italiani contribuiscano in base al reddito”.
Il presidente della Repubblica ha aggiunto: “Quando il professor Balduzzi diventò ministro gli chiesi questo: ritiene lei che il Ssn così come è nato nel ’78, sia compatibile con le mutate condizioni finanziarie ed economiche del paese? La risposta è stata netta e semplice: sì a condizione che”.
Per Napolitano, “bisogna dire che il disegno del servizio sanitario nazionale è andato anche al di là dell’articolo 32, quando si dice che deve prestare cure gratuite agli indigenti. Adesso non bisogna regredire, non bisogna abbandonare quella scelta, ma dobbiamo saper intervenire in modo puntuale. La filosofia della spending review dovrebbe essere quella di modificare meccanismi che generano spesa abnorme, non sostenibile e a volte provocano degenerazioni, talvolta corruttive. E bisogna valutare i risparmi di spesa che discendono da modifiche strutturali”.
“Le cose cambiano quando si parla di tagli pesanti. Qui nascono le difficoltà, le tensioni, i casi delicati ed errori. La prospettiva – ha aggiunto il presidente – deve essere di proseguire nel futuro selezionando attentamente gli interventi di riduzione e contenimento della spesa attraverso interventi di vera razionalizzazione del sistema senza nulla togliere a sua funzione e a diritti cittadini. Ma chiedendo anche in ragione della capacità di reddito, di dare maggiori contributi”.