L’Unione europea vorrebbe vietare le sigarette elettroniche a tabacco riscaldato aromatizzato. Lo prevede una proposta della Commissione Europea “in risposta al notevole aumento dei volumi di prodotti del tabacco riscaldato venduti in tutta l’Ue”.
Una recente relazione della Commissione ha mostrato un aumento del 10% dei volumi di vendita di questi prodotti in più di 5 Stati membri e, nel complesso, nell’Ue, i prodotti del tabacco riscaldati hanno superato il 2,5% delle vendite totali di prodotti del tabacco.
Sigarette elettroniche a tabacco riscaldato, il divieto entro 8 mesi?
La proposta sarà ora sottoposta a un periodo di esame da parte del Consiglio e del Parlamento europeo e dovrebbe entrare in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Da quel momento gli Stati membri avranno otto mesi per recepire la direttiva nel loro diritto nazionale, con tre mesi aggiuntivi di transizione.
Stella Kyriakides, Commissaria Ue alla Salute, ha affermato: “Eliminando dal mercato il tabacco riscaldato aromatizzato, stiamo compiendo un altro passo avanti verso la realizzazione della nostra visione nell’ambito del piano europeo contro il cancro per creare una “generazione senza tabacco” con meno del 5% di la popolazione che fa uso di tabacco entro il 2040″.
Commento Istituto Eurispes
La Commissione Europea ribadisce oggi che la prevenzione è meglio della cura. Nulla da eccepire. Ma, allo stesso tempo, di fatto afferma che per i fumatori adulti in Europa e, quindi, anche in Italia le uniche alternative sono continuare a consumare le sigarette tradizionali, oppure smettere di fumare. Non viene data nessuna indicazione sulla lotta al fumo, nonostante i successi limitati di questo orientamento.
Sulla base delle ricerche condotte dall’Eurispes che da anni studia l’impatto in Italia del tabagismo e anche i nuovi strumenti alternativi alle sigarette, l’Istituto ribadisce che, purtroppo, la maggioranza dei fumatori non vuole o non ritiene di essere in grado di smettere di fumare. Anche nell’ultima indagine campionaria (2021), il 18 % dei fumatori ha risposto “assolutamente no” al quesito “vorrebbe smettere di fumare?”, il 26,6% “dovrei ma non voglio”, il 28,5% “dovrei ma credo che non riuscirei”.
Questi dati dovrebbero imporre l’elaborazione di una strategia realistica di diminuzione e fuoriuscita per milioni di italiani, fumatori adulti, che non vogliono o non riescono a smettere di fumare: i nuovi strumenti possono orientare il mercato e la sensibilità dei cittadini adulti in questa direzione.
Invece di dichiararsi preoccupati per il fatto che gli strumenti alternativi alle sigarette, come i riscaldatori di tabacco, abbiano raggiunto la cifra del 2,5% delle vendite in UE (quindi il 97,5% continua a consumare le tradizionali sigarette, fatta salva una percentuale di fumatori passati a quelle elettroniche), la Commissione Europea potrebbe valutare la valorizzazione dei nuovi prodotti alternativi alla combustione.
Accanto alle tradizionali politiche di lotta al fumo che troppo spesso si risolvono in un inefficace invito alla cessazione, l’Eurispes ribadisce che una attenta valutazione del ruolo dei nuovi prodotti senza combustione dovrebbe essere elemento importante delle politiche di sanità pubblica. Si tratta di valorizzare i nuovi strumenti in logica di “riduzione del rischio” e di “riduzione del danno”, riconoscendo il ruolo e lo spazio che stanno già occupando, e che auspicabilmente è destinato ad ampliarsi.