
Sonno scarso, poco dormire. App ninna nanna, bracciali impulsi, air bag nel cuscino...Meraviglie dell'inutile FOTO ANSA
Sono scarso e non, per così dire, di buona qualità. Si dorme poco e male. Ed è sostanzialmente un modello di vita scelto o almeno che gode di buona reputazione. Le sette/otto ore di sonno ogni 24 ore di vita non sono la norma, l’abitudine, la pratica e il traguardo di tutti. Non pochi si concedono l’alibi del dormire tempo perso, anzi sottratto alla vita reale, quella da sveglio. E moltissimi quelli che, volendo o no, sette/ore di sonno non ce la fanno, non riescono a darsele, a concedersele.
Dormono poco e male 4 su 10, ma forse di più
Calcoli e cifre precisi sono di fatto impossibili, ma sonde sociologiche calate nel sonno degli umani qui e oggi indicano come almeno il 30/40 per cento degli individui dorma meno di sette ore per notte. Quando, a dormire, ce la fa. Perché per molti il sonno notturno è una faticosa e incerta conquista
Tecnologia per dormire
Ecco dunque, più o meno disponibili sul mercato (staremmo per dire mercato di sogni) le tecnologie per dormire. Ci sono le App ninna nanna: ti suonano suoni rilassanti e morbidi, morbidi e rilassanti…Ci sono i bracciali con inglobati impulsi, mio rilassanti ovviamente. Ci sono i materassi a temperatura autonomamente variabile: vanno al passo con la tua per conciliarti il sonno con ambiente a temperatura. Ci sono le fasce sulla testa, intorno alla testa. Che monitorano inducono. C’ è perfino il cuscino con l’air bag: scatta dolcemente a spostarti la testa se la stai tenendo, se ti è scivolata troppo obliqua rispetto all’ottimale (si dice così) posizione sonno e soprattutto l’air bag cuscino la testa te la sposta automaticamente se russi (quello che abitualmente e gratuitamente fa di solito il/la partner cui il tuo russare…
Meraviglie della tecnologia
Alcune sperimentate, altre in via di sperimentazione, alcun costano centinaia di euro, per altre bisogna salire a migliaia di euro. Funzionano? Alla perfezione, sono meraviglie tecnologiche. Quindi fanno dormire, garantiscono ore di sonno filato, battono l’insonnia o almeno l’iniziale difficoltà a prender sonno? No, questo no. Proprio no. L’esperienza sul campo non consente di affermare, neanche da parte di chi li produce e commercializza, che le tecnologie pro sonno siano arrivate ad una sorta di rapporto causa-effetto, cioè le usi e quindi dormi. Male non fanno e soprattutto inducono una sorta di effetto-placebo: se convinto di star usando qualcosa di utile per dormire e quindi inconsciamente opponi (non sempre) minore resistenza al sonno.
Dormire, uno dei piaceri della vita
Forse, anzi senza forse, la miglior tecnologia pro sonno è dentro di noi, è nel nostro cervello. I ritmi del quotidiano, certo. La spinta sociale a diminuire il tempo dl dormire, certo. E quindi la quasi, anzi senza quasi, medicalizzazione del poco dormire e il ricorso ad una farmacopea variegata che va dall’erbario intasanato alla vasta e abusata gamma dei sonniferi fino alle app ninna nanna. Ma nulla vale davvero e in pieno a conquistare il sonno, il dormire. Nulla val davvero se il sonno e il dormire sono vissuti dal nostro cervello come un dovere, un dovere da assolvere. Magari per essere efficienti e sani, ma pur sempre un dovere. Al contrario: il sonno viene e funziona se il nostro cervello lo considera e lo vive come uno dei piaceri della vita. Uno dei…Come il cibo, la lettura, il viaggiare o qualunque altro piacere ciascuno coltivi e pratichi. Dormire, non un terzo della vita sprecato ma un terzo della vita goduto. Questa meravigliosa tecnologia è nel cervello di ciascuno, moltissimi di noi, per loro sfortuna e danno, l’hanno disattivata.