Stamina, quanti soldi pubblici sperperati per Vannoni? Inchiesta Corte dei conti

Davide Vannoni (Foto LaPresse)

ROMA – Quanti soldi pubblici sono stati sperperati per Davide Vannoni e il Metodo Stamina? Alla domanda dovrà rispondere la Corte dei conti della Lombardia che ha aperto un’inchiesta sull’uso di soldi pubblici nella sperimentazione del metodo “ideato” da Vannoni e Marino Andolina

Giuseppe Guastella e Mario Pappagallo sul Corriere della Sera scrivono:

“È stato il Procuratore regionale lombardo Antonio Caruso a dare il via alla nuova inchiesta contabile che si affianca a quella penale, in corso a Torino, del Procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, la quale ha già portato all’iscrizione di 19 persone nel registro degli indagati accusate, a vario titolo, di «associazione a delinquere finalizzata alla somministrazione di medicinali guasti e pericolosi per la salute pubblica», «truffa», esercizio abusivo della professione medica e violazione della legge sulla privacy. L’inchiesta erariale parte dalle notizie emerse nell’indagine torinese, secondo le quali la sperimentazione delle cure «palliative» del metodo Stamina nelle strutture pubbliche degli Spedali Civili di Brescia sarebbe costata alle casse pubbliche oltre un milione di euro. E solo per una trentina di pazienti”.

Gli Spedali Civili di Brescia che hanno praticato le iniezioni di Stamina potrebbero aver utilizzato illegittimamente risorse pubbliche:

“Caruso ha inviato una serie «richieste istruttorie» alla direzione generale della Regione Lombardia, all’amministrazione degli Spedali Civili e al Ministero della Salute. Questi enti pubblici dovranno trasmettere al più presto tutta la documentazione in loro possesso e fornire «chiarimenti» sui passaggi dell’iter della sperimentazione. E non si tratta di una affermazione di maniera, perché nel caso in cui il metodo dovesse rivelarsi dannoso per la salute dei pazienti, questi potrebbero chiedere all’amministrazione pubblica un risarcimento danni”.

Sulle cifre dei prelievi poi i conti non tornato:

“15-30mila euro tra prelievo e preparazione di 5 infusioni di cellule (senza sapere se le staminali c’erano) sarebbero costi da super laboratori attrezzati per questo (in Italia ve ne sono solo 13 autorizzati). Costi che dovrebbero essere molto più bassi se i laboratori sono «comuni» o attrezzati in un sottoscala. Eppure poi i pazienti «donavano», sostengono gli investigatori, 30-50mila euro per ricevere infusioni delle «loro» cellule. Sul «mercato» internazionale delle staminali (da cordone ombelicale per esempio o da midollo), guadagni inclusi, l’offerta va da 13.400 a 32.300 euro per trattamenti da 6 a 8 iniezioni di staminali, compresi 15-30 giorni di degenza in ospedale e la riabilitazione. Trattamento e degenza variano in base al numero di iniezioni di cellule staminali (da un minino di 6 a un massimo di 8 per ciclo di trattamento) e dal tipo di protocollo proposto dal dipartimento medico (standard o breve) a seguito della valutazione e in base alla patologia sofferta. La cinese Beike fornisce «materia prima» anche a operatori americani a 1.180 euro per un kit di staminali da 6 infusioni da 12 milioni di cellule l’una. Guadagno incluso (circa 30%), le infusioni poi sono praticate dai centri americani a pacchetti da 6mila euro”.

Mauro Ferrari, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston (Usa), che è stato nominato dal Ministero della Salute a capo del nuovo comitato scientifico intanto ha già denunciato ritardi sulla vicenda Stamina:

“Per quanto ne so, il decreto di nomina non è stato ancora approvato e i commissari americani sono alquanto perplessi”.

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