
ROMA – Stop alla vivisezione, o meglio all’allevamento in Italia, di “cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione”. La norma è stata approvata il 31 luglio dalla Camera dei Deputati con il plauso degli animalisti. Legge che, tra le altre cose, risolverebbe una volta per tutte vicende come quella del canile lager di Green Hill.
Peccato che ci sia qualcosa che non torna. Perché c’è la legge e non ci sono le sanzioni. Cosa succede a chi viola la norma? Allo stato degli atti nulla. E comunque non è dato saperlo. Chi di ricerca si occupa, invece, è preoccupato per le conseguenze. Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, parla di “colpo alla ricerca”.
Quanto agli altri effetti della nuova legge scrive La Stampa:
Verranno anche vietate alcune pratiche oggi comuni come i test per droghe, alcol, tabacco, armi, didattica e limitati alcuni utilizzi, con l’obbligo di anestesia e analgesia che fino ad oggi non venivano usate in almeno il 20 per cento degli esperimenti sui quasi 900mila animali che ogni anno vengono utilizzati nei laboratori italiani. La legge, al suo primo punto, impegna il governo a «orientare la ricerca all’impiego di metodi alternativi». E spetterà ancora al governo, con una successiva legge, definire un quadro sanzionatorio «appropriato e tale da risultare effettivo, proporzionato e dissuasivo».
Il ricercatore Garattini: “Così stop a ricerche su tumori”. ”Abbiamo recepito da ultimi una direttiva europea riuscendo a peggiorarla, a compiere un’infrazione e a creare un danno alla ricerca italiana”. Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, commenta così la legge sulle norme anti-vivisezione. Vietando gli eterotrapianti, dice in un colloquio con il Corriere della Sera, ”non potremo più sperimentare tumori sui topi, trasferire elementi di maiale, non potremo più condurre studi sulle droghe e saremo impediti anche nell’uso o meno dell’anestesia: una vera stupidaggine”.
”Il provvedimento ci mette in condizioni estremamente negative nei confronti degli altri Paesi proprio sul piano della ricerca”, afferma Garattini. ”Non potremo competere su questo fronte con altri progetti europei, dal momento che le condizioni sono diverse. E’ un ennesimo colpo alla ricerca italiana”
