Salute

Trapianto di faccia fallito: ora ricostruzione temporanea in attesa di un nuovo donatore

Trapianto di faccia fallito: ora ricostruzione temporanea in attesa di un nuovo donatore

ROMA – Non è andato a buon fine il primo tentativo di trapianto facciale in Italia, effettuato nei giorni scorsi al S.Andrea di Roma. Le condizioni generali della paziente permangono buone e non ci sono preoccupazioni per la sua vita, riferiscono i medici, ma in considerazione del permanere della sofferenza del microcircolo, a causa di un sospetto rigetto, si è deciso di procedere alla ricostruzione temporanea del volto con tessuti autologhi della paziente, in attesa di una eventuale ulteriore ricostruzione con tessuti facciali da nuovo donatore.

“Le condizioni generali della paziente permangono buone e non ci sono preoccupazioni per la sua vita – si legge nella nota diffusa in serata -. In considerazione del permanere della sofferenza del microcircolo, si è deciso di procedere alla ricostruzione temporanea con tessuti autologhi della paziente, in attesa di una eventuale ulteriore ricostruzione con tessuti facciali da nuovo donatore”.

I tessuti trapiantati, spiega il bollettino, hanno manifestato durante la prima notte passata in terapia intensiva dalla paziente segni di sofferenza del microcircolo per sospetto rigetto, nonostante “il cross-match negativo tra donatore e ricevente”. Le poche righe diffuse dall’ospedale hanno gelato le speranze di riuscita dell’intervento, e hanno portato all’annullamento la conferenza stampa prevista per oggi, a cui dovevano partecipare oltre al professor Fabio Santanelli di Pompeo, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica del Sant’Andrea e coordinatore del trapianto e al suo assistente, il dottor Benedetto Longo, anche il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti e la ministra della Salute Giulia Grillo.

La conferenza era già stata annunciata sabato scorso, quando la notizia era prima trapelata da fonti ‘non ufficiali’ per venire poi confermata dall’ospedale e dal Centro Nazionale Trapianti. All’intervento si era arrivati dopo diversi anni di preparazione, in cui i chirurghi erano stati in visita all’estero per imparare la tecnica, e la procedura era stata vagliata e autorizzata anche dal Consiglio Superiore di Sanità. All’eventualità di un rigetto era sicuramente preparata la paziente, una donna di 49 anni colpita da neurofibromatosi di tipo 1, una malattia rara fortemente deturpante, che ha ricevuto la faccia da una giovane di 21 anni vittima di un incidente stradale.

Secondo Bohdan Pomahac, il chirurgo che ha effettuato il primo intervento di questo tipo negli Usa, questo evento avverso si verifica nel 90% dei pazienti entro un anno dall’operazione, e anche se in molti casi si risolve con i farmaci che sopprimono in parte il sistema immunitario esiste una percentuale di pazienti che invece deve rinunciare alla nuova faccia, e prepararsi ad un nuovo trapianto.

Published by
Warsamé Dini Casali