
ROMA – La lotta al tumore al seno รจ cambiata negli anni. Dalla prevenzione, che ha portato ad una diagnosi veloce, alla radioterapia intraoperatoria, che minimizza l’asportazione dei tessuti durante l‘intervento chirurgico. Non piรน l’asportazione totale della mammella, che salva la vita ma distrugge il simbolo della femminilitร e mina a livello psicologico chi รจ malato.
Trentamila donne ogni anno scoprono di avere il cancro al seno, scrive Mario Pappagallo sul Corriere della Sera, ma l’85% ne guarisce e senza necessitร di essere mutilata, grazie alla radioterapia intraoperatoria, promossa dall’oncologo Umberto Veronesi:
“Un tumore al seno diagnosticato in tempo (i controlli sono alla portata di tutti e non farli รจ un vero autogol) si risolve in sala operatoria. Questa volta รจ lโautorevole Lancet , insieme a Lancet Oncology, a pubblicare due studi, uno dello Ieo di Milano e lโaltro dellโUniversity College London, che confermano lโefficacia della radioterapia effettuata in sala operatoria, prima di ricucire lโopera del bisturi”.
E’ il 2000 e Veronesi lancia la sua idea:
“Un gruppo di ingegneri e fisici romani riesce ad assemblare un macchinario per la radioterapia cosรฌ piccolo e mobile da poterlo portare in sala chirurgica. Subito Veronesi ne intuisce i vantaggi: evitare alle pazienti di tornare in ospedale ogni giorno per 6 settimane per fare le sedute di radioterapia esterna, ridurre il campo dellโirradiazione del seno al solo quadrante che รจ sede del tumore, limitare al minimo la dose radiante alle zone vicine (con danni e nessun beneficio). E allo Ieo parte la sperimentazione”.
Il primo metodo รจ l’Eliot, Electron intra operative therapy:
“Un acceleratore lineare con un braccio mobile che concentra il fascio di elettroni direttamente sullโarea da irradiare per 3 minuti, subito dopo la rimozione della parte malata della ghiandola mammaria. Sono state selezionate 1.305 pazienti con tumore iniziale, candidate alla quadrantectomia: metร delle donne รจ stata trattata con Eliot durante lโintervento, lโaltra metร con radioterapia esterna tradizionale”.
Il gruppo di donne trattato con Eliot ha ottenuto una sopravvivenza del 95%, la stessa che con la tradizionale radioterapia:
“Il lavoro dello Ieo รจ firmato da Umberto Veronesi e da Roberto Orecchia, direttore della Radioterapia. E ora? Le donne di nuovo si devono mobilitare. A livello internazionale. Perchรฉ? Bastano i numeri italiani per capire: solo 41 centri sono attrezzati per la radioterapia intraoperatoria e sono principalmente al Nord. Calabria, Campania e Puglia ne hanno uno solo. La Sardegna nessuno e da unโisola รจ difficile spostarsi”.
