CHICAGO – Sta diminuendo in modo drastico la disponibilità di farmaci antitumorali. Il problema è sentito fortemente negli Stati Uniti, ma riguarda tutto il mondo e sta portando a conseguenze spesso pesanti sui pazienti. L’allarme arriva dal Congresso mondiale della Società americana di oncologia clinica (Asco), a Chicago. La mancanza di farmaci, in primo luogo antitumorali, hanno spiegato gli esperti, “deriva dallo stop alle produzioni da parte delle aziende per motivi economici (trattandopsi spesso di faramci che non determinano un ricavo economico notevole) o legati alla qualità del prodotto”.
Il problema, sottolinea Richard Schilsky dell’Università di Chicago, ”è molto grave, perchè spesso si tratta di farmaci che non sono sostituibili con degli equivalenti”. Un esempio arriva dal presidente Asco, Michael Link: ”Il metotrexate è al momento l’unica terapia per la leucemia linfoblastica acuta. Gli oncologi Usa hanno lanciato l’allarme di recente affermando di avere una scorta di tale farmaco sufficiente solo per due settimane, e ciò ha portato all’intervento della Fda per una soluzione almeno temporanea”.
Ma la mancanza di farmaci è sempre di più un problema che interessa tutti i Paesi, come avverte lo stesso direttore della sezione Nuovi farmaci dell’ente regolatorio statunitense Fda, Sandra Kweder: ”Questa situazione è inaccettabile – afferma – e rappresenta una priorità per l’Fda. La mancanza di scorte di farmaci è però un problema spesso a livello globale e non interessa solo gli Usa”. Da qui l’azione della Fda: ”Stiamo invitando le aziende a comunicarci i loro problemi legati alla produzione di particolari farmaci in anticipo, con una notificazione anticipata. In questo modo – afferma – la Fda può infatti intervenire in aiuto delle aziende prima che il faramco venga a mancare sul mercato. Grazie a questo sistema siamo riusciti a prevenire negli ultimi mesi la mancanza di disponibilità di circa 150 farmaci”.
Per quanto riguarda l’Italia, ha sottolineato il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Sergio Pecorelli, a Chicago per partecipare all’Asco, ”il problema non è al momento sentito, poichè la produzione di farmaci che potrebbero venire a mancare è garantita dall’Istituto farmaceutico militare. Tuttavia non sappiamo cosa succederà in futuro”. Quindi, rileva, ”credo che tutti i paesi dovrebbero considerare il problema dei farmaci meno redditizi dal momento che le aziende sono delle profit e non possono fare beneficenza”. Una soluzione, è quindi la proposta di Pecorelli, ”potrebbe essere la creazione di piattaformi comuni per la produzione da aprte delle aziende”, in modo da garantire anche i farmaci più specifici”.