L’obiettivo dichiarato è quello di riuscire a vaccinare circa il 50% della popolazione tra i cinque e gli undici anni di età. Obiettivo formulato tenendo conto di parametri immunologici e anche socio-culturali, insomma un obiettivo, se raggiunto, al tempo stesso utile contro la pandemia eppur tarato sulla praticabilità. Se il sondaggio pubblicato da La Stampa avrà reale riscontro nei comportamenti delle famiglie, allora obiettivo possibile.
Vaccini ai bambini: opposte certezze
A domanda corrispondono due opposte certezze: il 45,3 per cento dei genitori è pronto a vaccinare figlie e figli, il 30,9% è sostanzialmente deciso a non farlo. L’asse del sì al vaccino ai bambini sta nella pratica ed esperienza di massa dell’essersi già vaccinati (a decine di milioni in Italia, a miliardi nel mondo) e nella consapevolezza che una vaccinazione protegge la salute e la vita sociale del bambino.
L’asse del no alla vaccinazione pioggia sulla circostanza (massiva ma non totale) per cui i piccoli non si ammalano gravemente di Covid (anche se questa realtà clinica comincia a conoscere ripetute eccezioni). Al no a vaccinare i bambini concorrono poi altre irrazionali e false dicerie come l’età dello sviluppo o perfino la fertilità compromessa, serenamente omettendo che, seguendo questo vagolare pensare, nessun bambino o quasi dovrebbe diventare adolescente o procreare visto che già in età pediatrica vengono tutti o quasi pluri vaccinati.
L’area del rimando
Ampia è l’area del rimando la scelta. Si avvale di un esitare che agevolmente vien vestito da prudenza e dell’alibi dell’aspettiamo un vaccino migliore e perfezionato. Comunque sembra un’area vasta una famiglia su quattro. Piccolo aiuto a quest’area vien anche dal calendario: a vaccinare i bambini si comincia giovedì 16 dicembre, vien quasi naturale alle famigli posticipare il tutto a dopo l’Epifania.
Ci penseranno Omicron e i suoi fratelli e sorelle?
Omicron contagia di più di quanto non fa Delta. Delta contagiava di più di quanto non facesse Alfa. Il virus percorre la sua via evoluzionistica, muta, si adatta, cerca strade e modalità di sopravvivenza che noi chiamiamo varianti. I vaccini, in particolare quando si tratta di virus a diffusione aerobica e capaci di indurre patologia respiratoria, proteggono molto dalla malattia, molto meno dal contagio.
Una variante più contagiosa, anche fosse meno letale, avrebbe comunque effetti devastanti dal punto di vista sanitario e sociale se lasciata correre. Virus letalità 3 per cento degli infettati se infetta un milione di persone fa 30 mila vittime e 100 mila ricoveri ospedalieri. Ma virus letalità 1 per cento degli infettati se infetta venti milioni di persone fa 200 mila vittime e soprattutto due milioni di ricoveri ospedalieri. A spiegarci, spingerci, costringere, convincere a vaccinazione universale e ripetuta fino a sopravvenuta endemia potrebbero esser Omicron i suoi fratelli e sorelle.