
Vaccini Italia a rilento: i disobbedienti (le Regioni) e i non volenti (quelli che non vogliono Astrazeneca) (Foto d'archivio Ansa)
Vaccini Italia: di nuovo sotto la quota indicata delle 500mila somministrazioni e con due nuovi “inciampi” sul suo cammino. Inizia così la prima settimana di maggio, mese descritto come decisivo, della campagna vaccinale. A rilento, o non abbastanza veloce nel fine settimana, e con disobbedienti e non volenti a frenarla.
Dopo aver superato, finalmente, l’asticella indicata dal commissario Figliuolo dei 500mila vaccini inoculati in 24 ore, complice il week end e la festività del 1 maggio, i numeri sono rapidamente tornati al di sotto di questa. Non in maniera drammatica, è vero. Il 3 maggio le iniezioni sono state quasi 400mila.
Ma comunque in maniera sufficiente a rimandare il traguardo dell’immunità di gregge – se mai si raggiungerà – o comunque a dilatare i tempi. Non è però l’abitudine nostrana a santificare feste e fine settimana la causa della frenata. O almeno non l’unica. Ce ne sono infatti almeno altre due: i disobbedienti e i non volenti
Vaccini Italia: i disobbedienti
I primi sono quelli che, come da definizione, disobbediscono alle indicazioni nazionali mentre, i secondi, sono quelli che non vogliono. Le indicazioni nazionali sono quelle fornite dal governo e da Figliuolo, poche e abbastanza semplici, con in primis il criterio anagrafico.
L’età cioè come faro e direttiva da seguire per svolgere la campagna di vaccinazione partendo dai più anziani, e più a rischio, per poi scendere. Una scelta politica e sanitaria. Sanitaria perché più si è avanti con l’età e più si corre il rischio di finire in ospedale e anche di morire, e venire ricoverati significa anche occupare posto e risorse, significa essere un costo economico e in termini di servizi.
E una scelta politica perché ricalcata e ricopiata su quanto fatto da Paesi che sono andati più avanti e meglio rispetto a noi, leggi Israele e Gran Bretagna, e che questa strada hanno seguito. Una strada che però non piace a tutti e nella nostra sanità spezzatino, fatta a forma e somiglianza di ogni regione e di ogni governatore, c’è chi ha scelto percorsi diversi, specie al sud, specie in Campania e Sicilia, come ad esempio quella di vaccinare gli abitanti delle isole per ragioni turistiche. Cioè per consentire prima e meglio la ripartenza dell’industria del turismo.
Scelte che incidono forse non sul ritmo ma sulla qualità della campagna che, così articolandosi, lascia scoperte fasce a rischio. Questi sono i disobbedienti.
Italia vaccini: i non volenti (che non vogliono Astrazeneca)
E poi ci sono i non volenti. Quelli che non vogliono il vaccino e Astrazeneca in particolare. Anche loro di 2 specie diverse. I timorosi e i vacanzieri. I primi sono figli e figliastri dei vecchi no-vax. Non dicono ‘no’ a tutti i vaccini, ma il siero anglo-svedese proprio no, meglio aspettare che ne arrivi un altro e ‘bucare’ la prenotazione. Colpa dei media e della politica che hanno colpevolmente alimentato un timore falso che ora lascia in frigo centinaia di migliaia di dosi rifiutate.
Infine i non volenti vacanzieri, anche loro non vogliono Astrazeneca ma non lo vogliono perché ha un richiamo a 3 mesi e, facendo 2 conti, se la prima dose è a maggio la seconda sarà ad agosto, proprio nel periodo delle ferie, sacre almeno quanto il week end in cui si vaccina meno. E allora meglio lasciare Astrazeneca in frigo e aspettare anche un mese ma in cambio di uno Pfizer che in 3 settimane chiude il ciclo o anche di un J&J addirittura monodose.
