La “sicurezza della somministrazione del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto, e sul quale vi sono margini di incertezza”. Nonostante queste incertezze, il Gruppo di Lavoro Emostasi e Trombosi dell’Aifa ritiene che il completamento della schedula vaccinale con la seconda dose di Vaxzevria negli under-60 che ne abbiano già assunto la prima dose “rappresenti la strategia di contrasto alla diffusione del virus SarsCoV2 che garantisce il migliore livello di protezione”. Così l’Aifa in un documento sulle complicanze tromboemboliche post-vaccinazione con i vaccini AstraZeneca e J&J.
Aggiornamento ore 21:01.
Casi di trombosi, incertezze su vaccino Astrazeneca per gli under 60
Nel documento, si affronta anche la questione della seconda dose per i soggetti con meno di 60 anni che hanno già assunto la prima dose di Vaxzevria, ciò a seguito della segnalazione di eventi trombotici in sedi atipiche (trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico) associati a piastrinopenia e con decorsi clinici di particolare gravità. Questa problematica riguarda solamente il vaccino Vaxzevria, in quanto il vaccino Janssen, afferma Aifa, prevede una singola somministrazione.
I casi di trombosi segnalati
“Alla data del 12 maggio si legge nel documento – sono stati riportati da parte della Medicines & Healthcare products Regulatory Agency (MHRA) inglese – 15 casi di trombosi atipiche con piastrinopenia su circa 9 milioni di seconde dosi di Vaxzevria somministrate, il che sembrerebbe corrispondere, al momento, ad un segnale più debole di quello riscontrato per le prime dosi e comunque definibile come molto raro”.
Gli eventi tromboembolici venosi occorsi in soggetti vaccinati con Vaxzevria e con il vaccino Janssen “non sono risultati più frequenti rispetto a quelli attesi nella popolazione non vaccinata. Sono stati tuttavia accertati rari casi di eventi del tutto peculiari caratterizzati da trombosi dei seni venosi cerebrali e/o trombosi delle vene splancniche”. Al 4 aprile sono riportati in totale 222 trombosi rare di questi tipi su un totale di circa 34 milioni di dosi di vaccino Vaxzevria somministrate nell’Area Economica Ue e Gb. In Italia al 26/4 sono riportati 34 casi di trombosi venose (0.45 per 100mila vaccinati).
Vaccino AstraZeneca e under 60
Benché tale dato sembri “rassicurare sulla somministrazione delle seconde dosi, va osservato che non sono disponibili al momento informazioni sull’età e sesso di questi ultimi casi. Pertanto la sicurezza della somministrazione di Vaxzevria nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto, e sul quale vi sono margini di incertezza. Nonostante queste incertezze, il Gruppo di Lavoro Emostasi e Trombosi Aifa ritiene che il completamento della schedula vaccinale rappresenti la strategia di contrasto alla diffusione del virus che garantisce il migliore livello di protezione”. Nel contempo, precisa l’Aifa, “l’attenta attività di farmacovigilanza già in atto consentirà di raccogliere dati aggiornati e stabilire l’eventuale necessità di formulare ulteriori raccomandazioni volte ad ottimizzare il profilo beneficio/rischio nel singolo paziente”.
I soggetti più rischio
Il gruppo nominato da Aifa ha confermato che “sono stati accertati rari casi di eventi del tutto peculiari, caratterizzati da trombosi dei seni venosi cerebrali (TSVC) e/o trombosi delle vene splancniche, quasi esclusivamente entro circa tre settimane dalla vaccinazione in soggetti sani con età inferiore a 60 anni, prevalentemente donne“. Ancora, si legge, “i casi che sono stati osservati dopo la somministrazione di Vazxevria e del vaccino Janssen hanno mostrato come caratteristiche comuni un’insorgenza tra 5 e 21 giorni dopo la vaccinazione, la presenza concomitante di trombocitopenia di varia gravità e un andamento rapidamente progressivo”.