Salute

Vaccino contro variante Omicron già allo studio: ma i vaccinati sembrano già protetti e l’allarme è eccessivo

Contro la variante Omicron del Covid è già allo studio il vaccino. Eppure, i vaccinati sembrano già protetti (nel senso che gli effetti del virus sui vaccinati sembrano limitati). Lo dicono gli esperti italiani, lo dicono gli esperti sudafricani (cioè laddove tutto ha avuto origine).

Solo l’Oms ha lanciato il super mega allerta globale. Salvo poi fare marcia indietro. “L’abbiamo fatto per tenere alta ala guardia”. Come se un genitore dicesse a un bambino: “Attenzione, se non ti lavi i denti ti cadono subito tutti” . E poi spiegasse: “L’ho detto perché si lavasse i denti”.

Solo che l’Oms sarebbe sulla carta la massima autorità in campo sanitario. E già più di una volta da inizio pandemia ha peccato in comunicazione, per usare un eufemismo. Considerato che un annuncio del genere può alimentare forme di psicosi collettiva, sarebbe meglio calibrare le parole.

Vaccino contro la variante Omicron: pronti primi test in Italia

È pronta in Italia la prima piattaforma di un vaccino anti Covid-19 progettato in modo specifico per contrastare la variante Omicron e si prevede di poter cominciare i test preclinici fra alcune settimane. Lo rende noto l’azienda biotech Takis, che in collaborazione con la Rottapharm Biotech è al lavoro da tempo sul vaccino Covid-eVax, sperimentato nella fase 1 nell’uomo.

Il vaccino contro la variante Omicron è un vaccino di seconda generazione, basato cioè sulla stessa piattaforma del vaccino Covid-eVax. La stessa piattaforma è stata finora adattata varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta e sperimentata con successo negli animali.

L’allarme esagerato per la variante Omicron

L’allarme sulla variante Omicron del Covid-19 nel mondo è “eccessivo” e la reazione “spropositata”. Lo ha dichiarato la dottoressa Angelique Coetzee, la presidente dell’ordine dei medici del Sudafrica, scopritrice della variante. In dichiarazioni riportate dall’emittente britannica TalkRadio, Coetzee ha ribadito che i sintomi finora visti sono “lievi”: “I pazienti che ho visto avevano sintomi lievi e sono guariti. Nessuno è stato ricoverato e non c’è stato bisogno dell’ossigeno. Questa reazione nel mondo non ha alcun senso”, ha aggiunto.

I vaccinati sono protetti da Omicron

I vaccinati “sono protetti largamente” rispetto alla variante Omicron. “Ad oggi nessuna delle varianti isolate, la Alfa o la Delta, si è dimostrata resistente all’effetto dei vaccini”. Così Franco Locatelli, coordinatore Cts e presidente del Css a Buongiorno su SkyTG24.

“Ci sono più di 30 mutazioni della proteina Spike – aggiunge – è possibile che si riduca, di poco, l’efficacia rispetto a questa nuova variante, ma servono studi immunologici da condurre in maniera rigorosa. Le prossime due settimane chiariranno la situazione, anche studi epidemiologici” e invita a fidarsi “di un approccio metodologico rigoroso” e a vaccinarsi.

L’Oms fa retromarcia sull’allarme Omicron

“L’abbiamo definita preoccupante perché tutte le equipe del mondo intero recuperino il massimo di informazioni su questa variante”. Lo ha detto ai microfoni di France Info Sylvie Briand, direttrice del dipartimento della gestione dei rischi epidemici all’OMS, spiegando il senso del comunicato dell’Organizzazione mondiale della Sanità che poche ore fa ha classificato come “preoccupante” la variante Omicron. “E’ importante avere più informazioni su questa variante” ha aggiunto la Briand.

“L’abbiamo classificata come preoccupante – ha spiegato la Briand – perché è importante avere più informazioni su questa variante. Non ne sappiamo granché. Sappiamo soltanto che ha molte mutazioni e questo ci fa temere che ne scaturisca una minore efficacia dei vaccini, è per questo che bisogna vedere il suo impatto sulle popolazioni che vengono infettate e poi fare degli studi per sapere se gli strumenti che abbiamo, come i vaccini, mantengono l’efficacia”.

Per la studiosa, da parte dell’OMS si è trattato piuttosto “di un’allerta perché ci sia più attenzione su questa variante e perché tutte le equipe del mondo intero recuperino più informazioni possibili sulla variante”.

Sylvie Briand ha aggiunto che “non necessariamente” maggior contagiosità equivale a una pericolosità superiore: “La maggior parte delle persone fragili sono vaccinate in Europa. Sulle curve epidemiologiche vediamo benissimo che anche se ci sono molti casi, la curva dei decessi e dei ricoveri resta molto più bassa di quanto avevamo visto nell’ondata del 2020. Che una variante sia più trasmissibile non significa che sarà più virulenta”.

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Alberto Francavilla