Il vaccino Pfizer garantisce una risposta immunologica tripla se il richiamo viene inoculato a circa 3 mesi rispetto ai 21 giorni finora previsti. E’ quanto emerge sulla base di nuovi dati scientifici attualmente in via di pubblicazione su una autorevole rivista scientifica e già ipotizzata oggi da fonti di Governo.
Ad oggi l’intervallo fra la prima e la seconda dose consigliato dall’azienda produttrice è di 21 giorni. Da qualche settimana, l’Ema in Europa e poi l’Aifa in Italia, hanno dato il via libera all’inoculazione della seconda dose dopo 42 giorni. Ora sarà da capire come questi nuovi dati saranno gestiti dalle autorità italiane di vigilanza sui farmaci e dal governo, e con quali conseguenze. Fino ad allora, niente cambia per coloro che hanno già prenotato il vaccino o hanno ricevuto la prima dose.
Intanto il comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha esteso il periodo di conservazione approvato della fiala scongelata e non aperta del vaccino Pfizer/BioNtech a 2-8 ° C (cioè in un normale frigorifero) da cinque giorni a un mese (31 giorni). L’estensione del periodo di conservazione, comunica Ema, è stata approvata in seguito alla valutazione di ulteriori dati sugli studi di stabilità presentati dalla casa produttrice.
“Si prevede che una maggiore flessibilità nella conservazione e nella manipolazione del vaccino avrà un impatto significativo sulla pianificazione e la logistica”, del suo utilizzo negli Stati membri dell’Ue, si legge nella nota dell’Agenzia regolatoria europea. Le modifiche descritte saranno incluse nelle informazioni pubblicamente disponibili sul vaccino e l’etichettatura del prodotto sarà aggiornata di conseguenza. L’Ema, si legge ancora nella nota, è in dialogo continuo con le case farmaceutiche produttrici dei vaccini Covid-19 sui miglioramenti che le aziende stanno mettendo a punto per la produzione e la distribuzione di questi farmaci in Europa.