In Italia crescono sempre di più i contagi associati alla variante Omicron. Una variante del Covid più contagiosa ma meno letale rispetto ai precedenti ceppi del Covid. Una variante anche differente come sintomi dalle precedenti. Ma quali sono i sintomi più comuni di Omicron? E come si manifesta in chi ha completato il ciclo vaccinale?
I sintomi della variante Omicron
Come è emerso dalle ultime ricerche, sembrerebbe che chi viene contagiato dalla variante Omicron non perde il gusto e l’olfatto come avveniva in precendenza. Nel 2020, come conferma un report reso noto dall’Università di Harvard, i ricercatori del Massachusetts General Hospital e del King’s College London hanno scoperto che la perdita del gusto e dell’olfatto era il più forte sintomo “spia” del Covid, sulla base dei sintomi quotidiani manifestati in 2,6 milioni di persone. Fino a poco tempo, molte persone riferivano di avere difficoltà a rilevare odori forti, come il profumo, o a gustare cibi dolci o amari.
Con l’arrivo di Omicron, il modo in cui il virus si manifesta è cambiato. Stando a quanto emerso dai dati al vaglio degli scienziati, questa mutazione del Covid avrebbe reso meno diffusi i sintomi tradizionalmente associati alla malattia. Ad essere diventati più comuni sono i sintomi simili al raffreddore, come naso che cola, starnuti e mal di gola.
Variante Omicron, come si manifesta nei vaccinati
Secondo gli ultimi dati dello Zoe COVID Symptom Study – che utilizza un’app per smartphone per monitorare le centinaia di migliaia di persone risultate positive, ogni giorno, in tutto il Regno Unito – meno del 20% dei positivi nelle ultime settimana ha segnalato la perdita del gusto e dell’olfatto. Nella maggior parte dei casi, il virus si è presentato con i sintomi del classico raffreddore.
Inoltre, durante una conferenza stampa di dicembre, Ryan Noach, CEO di Discovery Health, il più grande assicuratore sanitario privato del Sudafrica, ha affermato che i pazienti positivi a Omicron hanno spesso segnalato come primo disturbo gola irritata, seguita dopo da congestione nasale, tosse secca e dolori muscolari. La sensazione che il virus si stia trasformato in una semplice influenza, potrebbe essere effetto della campagna vaccinale.
Letalità della variante Omicron più bassa rispetto alla Delta
Uno studio dell’University of California di Berkeley, pubblicato su medRxiv ma non ancora convalidato da istituzioni scientifiche, si è occupato di stabilire le differenze rispetto alla variante Delta, meno trasmissibile ma più letale.
Lo studio ha preso in esame l’infezione su due gruppi di pazienti ammalatisi a dicembre con Omicron (52.297 persone) o Delta (16.982): tra il primo gruppo di pazienti, 222 sono stati ricoverati, 7 in terapia intensiva, nessuno con ventilazione meccanica, 1 di essi è morto; con il secondo gruppo su 222 ricoveri, 23 sono finiti in terapia intensiva, 11 hanno avuto bisogno della ventilazione meccanica e 14 sono morti.
Dalle analisi emerge che dall’Omicron deriva un minore rischio di ricovero 52%, di terapia intensiva del 74%, di morte del 91% rispetto alle infezioni della variante Delta. “Le riduzioni della gravità della malattia associate alle infezioni da variante Omicron erano evidenti sia nei pazienti vaccinati sia in quelli non vaccinati“, hanno sottolineato i ricercatori, invitando però a tenere alta la guardia: “alti tassi di infezione nella comunità possono sopraffare i sistemi sanitari e potrebbero tradursi in un numero assoluto elevato di ricoveri e decessi“.