Salute

Virus respiratorio sinciziale, l’allarme del Meyer: “Boom di casi, non c’è vaccino: ecco cosa non fare”

Boom di casi di infezione da virus respiratorio sinciziale tra i bambini. All’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, gli accessi al pronto soccorso legati al pericoloso virus sono sei volte di più del 2019.

Virus respiratorio sinciziale, boom di casi

“Il virus respiratorio – spiega l’ospedale Meyer di Firenze – ha un andamento stagionale, collocato di solito tra dicembre e marzo. Quest’anno ha fatto la sua comparsa fin dal mese di ottobre, facendo registrare, in questo periodo, un boom di ingressi al Pronto soccorso e un aumento importante di ricoveri, anche intensivi, per motivi respiratori. È possibile che il drastico cambiamento delle abitudini di vita, la netta riduzione delle occasioni di contatti sociali e l’aumento delle regole igieniche adottate nell’autunno-inverno 2020 abbiano determinato, forse, una ridotta circolazione e immunizzazione lo scorso anno”.

Non esiste vaccino, le precauzioni da prendere

“In questo delicato momento dunque è importante, più che mai, rispettare alcune regole – spiegano gli esperti del Meyer – specialmente in presenza di bambini nella fascia 0-2 anni: evitare di portare i bambini in ambulatori ed ospedali se non strettamente necessario. In questi casi, durante l’attesa, è importante seguire uno scrupoloso distanziamento; evitare che i bambini frequentino luoghi affollati come supermercati e grandi magazzini; evitare il contatto dei bambini con persone che presentano sintomi respiratori, anche se si tratta di adulti.

Questo perché, negli adulti, il virus sinciziale è responsabile anche di semplici raffreddori che invece nei piccoli e piccolissimi possono evolvere in situazioni respiratorie anche severe“. Inoltre, “non esiste un vaccino” per questo virus e “la prevenzione è fondamentale perché, ad oggi, non è disponibile un vaccino per questo virus. Esiste la possibilità di una terapia a base di anticorpi monoclonali, ma solo per bambini che presentano fattori di rischio (come prematurità, immunodeficienze, patologie polmonari o cardiache). Per la generalità dei bambini l’infezione si risolve perlopiù a casa, ma nei casi gravi richiede il ricovero e ossigenoterapia”.

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FIlippo Limoncelli