Contrordine: secondo il calendario Maya, il mondo non finirà il 21 dicembre 2012. Lo scrive l’Huffington Post che attribuisce l’errore alla confusione delle due culture, quella Azteca e quella Maya,che vissero in realtà a 500 anni di distanza l’una dall’altra. Tra le rovine ritrovate alcuni mesi fa a Zultun in Guatemala, ci sarebbe il vero calendario Maya che a differenza di quello Azteco, non si è mai occupato di temi apocalittici. Secondo gli archeologi che stanno studiando i ritrovamenti di Zultun, i calendari multipli delle antiche civiltà dell’America centrale consentivano una differente combinazione di date per ogni giorno dell’anno a ognuna delle quali corrispondeva uno speciale significato. Come a dire che ogni giorno era una festa per i Maya. Inoltre una visione ciclica del tempo che resettava il calendario ogni 52 anni non ammetterebbe in alcun modo di arrivare alla fatidica data del 21 dicembre 2012.
Nel caso vi fosse sfuggito e non aveste dato troppo retta a profeti apocalittici o ai film di John Cusack, il 21 dicembre 2012 è il giorno in cui dovrebbe verificarsi l’apocalisse secondo il calendario Maya.
Maya e Aztechi, spiega l’Huffington Post, erano per certi versi come gli antichi greci e romani: separati da secoli di storia le due società hanno conservato molte caratteristiche comuni. Come i Greci, i maya erano la civiltà più antica insediata a Est, più che un regno unito erano un insieme di città-stato molto potenti che occasionalmente si combattevano l’un l’altra: Tikal e Calakmul erano come Sparta e Atene, per dirla in soldoni.
Gli Aztechi, più propriamente chiamati i Mexica, erano i romani del centro America, organizzati in un impero centrale. Erano convinti che il loro popolo provenisse da un luogo mitico a Nord, chiamato Aztlàn.Come i Romani o gli Ebrei in precedenza, vagarono per il deserto fino a raggiungere un grande lago tra le montagne dove si insediarono e costruirono Tenochtitlan, la più grande città del mondo all’epoca conosciuto, oggi Città del Messico.
Questo accadeva nel 1325 a.C., quattro secoli dopo la fine della civiltà Maya. La mitologia degli Aztechi era piuttosto catastrofica e piena di riferimenti di morte. Al contrario quella Maya avevano uno stile più fluido fondato sulla pittura murale.Recentemente gli archeologi hanno ritrovato delle tavole astronomiche dell’epoca dei Maya tra le rovine di Zultun, in Guatemala.
La camera misura due metri di lato per tre di altezza e al suo interno c’è una panchina in pietra. Il muro rivolto ad est è decorato con una serie di figure umane quasi a grandezza naturale dipinte di nero e con un copricapo simile alla mitra vescovile. Hanno tutte lo sguardo rivolto verso il muro del nord, nel quale compare un altro personaggio, forse il re di Xultun.
Ma la parte più intrigante sono le iscrizioni di natura astronomica presenti sulle pareti: simboli e glifi che rappresentano i cicli della Luna, di Venere e di Marte. Altri segni in rosso sembrano correzioni, per modificare i calcoli errati come si fa su una lavagna. Le previsioni includono riferimenti temporali per qualcosa come 2 milioni e mezzo di giorni. Di sicuro, il calendario non si ferma nel 2012, ma prosegue per altri 7mila anni.