La proposta è tanto “semplice” quanto choccante. Demolire il quartiere romano di Tor Bella Monaca. Non è l’idea di un attivista o di un romano un po’ esagitato, ma arriva direttamente dalla bocca del primo cittadino della Capitale Gianni Alemanno.
A parte l’ironia implicita di un annuncio di tale portata (una sparata?) lanciato dal salotto montano di Cortina D’Ampezzo, colpisce l’estemporaneità dell’annuncio La riqualificazione delle periferie è tema importantissimo, ma affrontarlo così, sa di slogan estivo.
In due anni di mandato come sindaco non c’è stata una sola iniziativa in campo urbanistico attribuibile ad Alemanno che non fosse il taglio del nastro di opere realizzate dalle amministrazioni precedenti. Anzi, svelano rumors di palazzo, Alemanno è sempre più considerato da Berlusconi l’uomo giusto per sostituire Fini come referente della grande area di destra orfana del transfuga Fini.
Dalla poltrona di sindaco di Roma a numero due del governo, un bel salto, politicamente irrinunciabile, un trampolino che nel centro sinistra conoscono bene, prima Rutelli poi Veltroni ci hanno provato. Con risultati mortificanti in realtà. Il punto è che per Alemanno, lasciare la Capitale a metà mandato, sarebbe un modo, non troppo elegante ma obbligato, per far dimenticare un vuoto di azione politica evidente.
La discussione su temi urbanistici dovrebbe partire dal coinvolgimento di architetti, banche, enti locali, governo, soggetti privati non interessati unicamente alla speculazione edilizia. Dovrebbe contenere un grande progetto viario: trasporti pubblici, infrastrutture, treni, linee della metropolitana. Dovrebbe finalmente farla finita con il saccheggio dell’Agro Romano, con una città che si allarga senza misura a fronte di una crescita della popolazione a tasso zero. Insomma non si può ridurre, e immiserire, una questione del genere, con una battuta estiva.
“Vogliamo demolire il quartiere di Tor Bella Monaca per poi ricostruirlo in un’area vicina”, questo il contributo di al dibattito della manifestazione Cortina Incontra. Ma perchè demolire il quartiere? “Nelle case di Tor Bella Monaca ci piove dentro e gli abitanti sarebbero contenti di spostarsi”.
Secondo Alemanno è inoltre necessario avere ”il coraggio di dare nuova dignità urbanistica alle periferie, intervenendo anche con una operazione di demolizione e ricostruzione”. Il sindaco è però contrario al progetto presentato dall’Assessore Teodoro Bountempo: “Il “Serpentone” di Corviale non va abbattuto” in riferimento al chilometro di cemento sulla Via Portuense a sud ovest di Roma verso Fiumicino.
”Sono perfettamente d’accordo col sindaco di Roma: Tor Bella Monaca va demolita e ricostruita uscendo dalla logica delle case popolari di foggia comunista”. Lo ha detto il presidente dell’VIII Municipio Massimiliano Lorenzotti, sotto la cui competenza cade il quartiere popolare di Tor Bella Monaca.
”Quando lo dissi io 2 anni fa, in campagna elettorale mi presero per pazzo – ha detto Lorenzotti -. L’architettura di quel quartiere è invivibile, una vera architettura comunista come se ne vedeva in Unione Sovietica. La gente ci vive male, e negli anni si è creato un ghetto. Ci vuole dunque coraggio. Sarà necessario responsabilizzare chi ci abita realizzando case a riscatto e non più case pubbliche che tutti si sentono autorizzati a sporcare e distruggere”.
La proposta di Alemanno ha naturalmente scatenato polemiche e sorpresa, ma anche l’ironia del centrosinista: “Ma come? Appena eletto disse che voleva spostare la teca di Meier a Tor Bella M0naca, adesso vuole buttare giù il quartiere? Non ha le idee molto chiare”.
Sia chiaro, per ora è solo una proposta, azzardata, magari anche provocatoria, ma pur sempre una proposta. Il fatto che però a farla sia proprio il sindaco di Roma, vuol forse dire che l’idea di fondo c’è. Dopo la bonifica dell’agro pontino assisteremo anche a quella di T0r Bella Monaca?