La moglie della vittima, Laura de Nardo, 61 anni, ha ammesso tutto dopo 4 ore di interrogatorio ed è stata arrestata con l’accusa di l’accusa di omicidio volontario premeditato. Insieme alla donna sono finiti in carcere altre tre persone, tutti uomini, coinvolti a vario titolo nel delitto. Con lei sono stati ammanettati i suoi complici: Ivan Marin (36), di Vazzola (Treviso), disoccupato; Gennaro Geremia (48), di Visna’ di Vazzola (Treviso), pregiudicato, manutentore presso un hotel di Mestre (Venezia) e Mirko Della Giustina (29), di Fregona (Treviso), idraulico.
Non si è trattato di una rapina, come aveva sostenuto con forza la moglie della vittima in un primo momento. Gli uomini sono stati rinchiusi presso il carcere di Treviso, mentre la donna nel carcere di Venezia.
Secondo gli investigatori la donna avrebbe offerto al killer duecentomila euro. La Di Nardo, in difficoltà economiche,avrebbe contattato Marin che, dietro il pagamento di 200.000 euro, avrebbe assoldato Gennaro Geremia, col quale avrebbe poi ucciso David, soffocandolo con un cuscino dopo avergli infilato in bocca uno straccio intriso di un solvente.
Dopo la confessione della moglie della vittima, anche Marin ha ammesso le sue responsabilità nel delitto, coinvolgendo nell’inchiesta Geremia, anch’egli presente sulla scena dell’omicidio. Sulla base degli elementi raccolti, i due uomini, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto di omicidio in concorso volontario e premeditato. L’ultimo finito in manette, all’alba, è stato Della Giustina, accusato di favoreggiamento personale e ricettazione, per aver ricevuto e successivamente rivenduto monili in oro ed orologi della vittima e della donna che erano stati ceduti da quest’ultima a Marin. E da questi a Della Giustina per simulare la rapina.
Dalla ricostruzione della polizia emergono altri dati agghiaccianti: mentre i complici preparavano la falsa la rapina, la Di Nardo si sarebbe limitata a giocare con il computer. Quindi si è fatta legare ed imbavagliare Al termine, la donna ha svegliato, con le urla, la figlia. Nel frattempo Marina ha raggiunto a Fregona (Treviso) l’abitazione di Della Giustina, consegnandogli i monili in oro che erano stati presi per simulare la rapina. All’interno del camino di casa di Marin sono stati bruciati i guanti ed alcune pezze utilizzate per ripulire le tracce dell’omicidio.
‘Siamo molto soddisfatti dell’importante risultato ottenuto – ha detto Riccardo Tumminia, dirigente della squadra mobile di Treviso – Abbiamo applicato una metodologia di investigazione criminale finalizzata a scoprire dapprima l’errore nascosto in ogni singola pista d’indagine per poi scartare tutte le ipotesi non sostenibili e giungere all’unica verità possibile e rappresentabile. Solo così- ha aggiunto il poliziotto- abbiamo potuto scoprire che non si trattava di una rapina, anche se molto ben simulata, bensì di un omicidio premeditato volontario commissionato dalla moglie del defunto ad un conoscente che a sua volta aveva assoldato un killer”. Soddisfatto per il risultato anche il questore di Treviso, Carmine Damiano che si e’ complimentato con i suoi uomini.