Autobus, treni regionali, parcheggi e pedaggi aumenteranno del 25%: 2011 anno di stangate

I tagli della Finanziaria iniziano a pesare sulla vita dei cittadini. Visto il taglio dei trasferimenti, i comuni senza soldi devono infatti fare cassa e inevitabilmente aumentano le tariffe per i parcheggi, dei biglietti dell’autobus e della metropolitana, dei pedaggi autostradali e di quelli dei treni locali.

I pendolari, da Milano a Palermo sono i primi a risentire della stretta. In molti casi, sono chiamati a sostenere veri e propri aumenti di prezzo, dal più 25 per cento sul biglietto dell’autobus di Genova che i cittadini saranno chiamati a versare dal primo febbraio,  passando da 1 euro a 1,50 euro, diventando così il più caro d’Italia.

Ora la palma spetta a Palermo con 1,30 euro: al momento la capitale siciliana non toccherà il prezzo del singolo biglietto, ma ha già aggiornato quello del carnet da venti.

Anche Bari alza il tiro: da Capodanno per il bus si pagano 90 centesimi, 10 centesimi in più di prima. A rincarare ci sta pensando anche il comune di Bologna che si prepara a applicare un balzello del 20 per cento sugli autobus e sui parcheggi in centro.

A Firenze invece, non ci saranno aumenti: il comune ha però deciso di ridurre del 10 per cento le corse spingendo così i sindacati verso uno sciopero in difesa dei posti di lavoro.

Poi, ci sono le imminenti amministrative: così c’è chi pensa ai rincari, ma  li mette in programma per l’estate. E’ il caso di Torino, che in primavera voterà il nuovo sindaco e che già sta studiando aumenti da applicare a partire da luglio.

Intanto, chi viaggia in auto verrà penalizzato dal caro benzina. Ma non andrà meglio certamente per chi si muoverà in treno: Trenitalia Le-Nord società coordinata dalla regione Lombardia, aumenterà i biglietti in due tranche per un totale del 20 per cento. I treni della Liguria rincareranno del 25.

Napoli penalizzerà invece chi viaggia in auto (più 25 per cento oltre i 30 chilometri per chi usa la A3 Napoli-Salerno; più 3,8 per la Tangenziale) e i pendolari del servizio pubblico.

L’unica città che non programma aumenti è Roma, anche a causa dello scandalo di parentopoli, che riguarda proprio l’Atac, l’azienda di trasporti capitolina. Il sindaco Alemanno assicura infatti che gli aumenti ci saranno solo in caso di miglioramenti del servizio.

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Lorenzo Briotti