Dai disperati di Terzigno un atto di accusa e sfiducia contro l’arroganza di Bertolaso: “Faccio tutto me”

Del malcontento per l’arrivo di Guido Bertolaso a Napoli per risolvere il problema rifiuti, e del compromesso offerto da quest’ultimo ai sindaci dei Comuni interessati, si sono occupati in maniera molto evidente e dura si Repubblica che il Corriere della Sera.

Conchita Sannino, inviata di Repubblica a Terzigno, Scrive: “Ti puntano il dito. «E voi ci credete?». Buoni e cattivi. Mauro Brancaccio è laureato in Scienze politiche e fa di no con la testa. Gerò, diminutivo plebeo di Ciro R., ex spacciatore di hashish, fa segno di andare a quel paese con l’ottimismo. «E che ce ne fotte del documento di Bertolaso? Qua la finiscono solo se succede il morto». Nello stesso recinto di rabbia, ma a distanza di sei chilometri e delle loro lontanissime scelte di vita, s’alza un analogo muro. La stessa risposta, dai puliti e dai criminali. Mamme incensurate e lanciatori di molotov. «Ragioniamo. Se due giorni fa Roma ha stabilito che “si va avanti su Terzigno”, pensate che adesso Bertolaso li ha convertiti tutti e si sono “pentiti”? O solo che gli servono le strade libere per scaricare qua sopra, per far passare settanta camion perché ormai Napoli muore di monnezza?».

Più duro il Corriere della Sera che in 4 pagine spiega il caos rifiuti e riporta le critiche a Bertolaso e alle sue idee che non convincono, che non piacciono, che “fanno ridere”. Erri De Luca in un suo intervento sul quotidiano scrive: “Un protettore civile deve proteggere con metodi civili: ha invece praticato sul posto l’invio di truppe e metodi militari. Sta di fatto però che nel raggio di discariche e impianti di smaltimeno si concentrano leucemie e altre patologie”.

Poi le critiche dell’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe: “Sembra un’ennesima emergenza macon realismo va piuttosto identificata come l’ennesima beffa”. Più dure quelle del commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik: “La situazione odierna ci fa pensare che le misure adottate dal 2007 in poi siano state insufficienti”.

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Marco Benedetto