CIVITELLA DEL TRONTO (TERAMO) – Il telefonino e due sim card. È sul cellulare che si concentra in queste ore il lavoro degli investigatori impegnati a far luce sull’ omicidio di Carmela Rea, la donna di 29 anni scomparsa il 28 aprile da Colle San Marco di Ascoli Piceno e trovata uccisa mercoledì pomeriggio a Ripe di Civitella, nel teramano, in un’area per picnic poco frequentata. Il cellulare aveva ormai la batteria scarica, ma sul corpo della donna è stata trovata anche una seconda sim card che potrebbe fornire elementi utili per ricostruire i suoi spostamenti.
Sul corpo di Carmela è stata intanto effettuata l’autopsia che ha chiarito dettagli importanti: la donna non ha subito violenza sessuale e sul corpo aveva ben 35 coltellate, di cui alcune inferte dopo il decesso. L’esame autoptico ha anche stabilito l’ora della morte che si può collocare in un arco di tempo che va dalle 24 del 18 aprile e le 3 del 19. Ora si attendono gli esami sul liquido presente nelle siringa che Carmela Rea aveva conficcata sul corpo per capire se prima di essere uccisa è stata narcotizzata.
La donna, originaria della provincia di Napoli ma residente ad Ascoli Piceno, era andata sul Colle San Marco, per una gita, insieme al marito, Salvatore Parolisi, ufficiale di carriera al 235esimo Reggimento Piceno, e allo loro bambina di 18 mesi. Carmela Rea si era allontanata dal marito dicendo che sarebbe andata al bagno in uno degli chalet aperti sul Colle ma i gestori dei locali aperti quel giorno non l’hanno vista. Il marito, non vedendola tornare, aveva chiamato i soccorsi dopo una ventina di minuti.