I Casalesi volevano fare strage di parà. E parlavano degli immigrati uccisi come “sacchi di carbone”

CASAL DI PRINCIPE (CASERTA) – I Casalesi volevano far fuori i parà della Folgore mandati in provincia di Caserta e chiamavano “sacchi di carbone” gli immigrati neri uccisi a Castelvolturno. Dalle intercettazioni di Luigi Martino, arrestato con l’accusa di aver favorito la latitanza del capo dell’ala stragista del clan dei Casalesi Giuseppe Setola, emergerebbero le intenzioni sanguinarie del boss e lo spregio nei confronti degli immigrati.

La vicenda dei parà è stata ricostruita da Dario Del Porto su Repubblica, che riporta le parole di Martini riferite a Setola: «Già lo voleva fare quando c’erano i soldati fuori casa sua».

E aggiunge: «Voleva fare un casino, l’abbiamo dovuto mantenere giusto giusto».

Agli interrogativi dell’uomo che si trova con lui («perché, che voleva fare?») Martino spiega: «Voleva fare il macello».

L’amico replica: «Non la finiva lì, no»?. E Luigi dice: «Nell’aeronautica»”.

Come riporta invece Dario Aloja su Vesuvius.it, “Luigi Martino, secondo le intercettazioni, parla con Nicola Panaro della strage di Castel Volturno, affermando che si sarebbe potuta evitare una strage così “plateale”, e che lui quei “sacchi di carbone” li avrebbe uccisi in un altro modo: “Sai come li doveva uccidere? Doveva prenderli uno a uno ed annegarli immergendoli con la testa nel fiume”.

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Alberto Francavilla