La Cassazione: “Non è reato pubblicare le liste degli evasori fiscali”

ROMA – Non commette il reato di ”pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale” il giornalista che rende noti i nomi di presunti evasori fiscali contenuti in una lista messa a punto dall’Agenzia delle Entrate. Lo sottolinea la Cassazione – nella sentenza 13494 depositata oggi 4 aprile- spiegando che ”i documenti di origine extraprocessuale acquisiti ad un procedimento, non compiuti dal pubblico ministero o dalla polizia giudiziaria, non sono coperti da segreto; per essi non vige dunque il divieto di pubblicazione”.

Con questa motivazione, la Suprema Corte ha annullato l’ammenda di 100 euro comminata dal Tribunale di Roma, nel gennaio 2010, a Nicoletta Tamberlich, giornalista dell’agenzia ANSA. La redattrice era stata condannata per aver ”inserito nel sito internet della citata agenzia giornalistica, il 27 e 28 marzo 2008, i nomi, le qualità, le possidenze di cittadini italiani presso la banca Lgt del Liechtenstein”.

Si trattava di una lista di presunti evasori fiscali che avevano occultato all’estero, fino al 2002, circa un miliardo e 340 milioni di euro e sui quali si aprirono indagini da parte di diverse procure. Evidenziando che la giornalista ”non ha commesso il reato a lei addebitato”, la Cassazione rileva che ”la lista resa pubblica è stata sì acquisita al procedimento, ma non costituisce in sé atto o documento compiuto dal pm o dalla pg; è pacifico, invero, che l’organo amministrativo Agenzia delle Entrate non riveste qualifica di polizia giudiziaria”.

La lista in questione, inoltre, ”contenente nomi e qualifiche, nonché disponibilità su conti esteri, in sé neppure integra notizia di reato in senso proprio, rappresentando solo un, sia pur corposo, spunto investigativo per reati tutti da verificare”.

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