Troppe chewing gum per strada? Proposta l’eco-tassa sui produttori

Se in Gran Bretagna le riciclano, a Singapore sono vietate con pene severissime per chi sporca le strade, in Italia le buttiamo e basta. Così è nata la proposta di una tassa ad hoc per fare pagare le chewing gum rifiuto ai produttori.

Se strade, marciapiedi e panchine ormai sono luoghi ormai zeppi di gomme da masticare sputate dal passante di turno, il problema più grande è quando vengono presi di mira persino i monumenti.

Giovanni d’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale ‘Tutela del consumatore’ di Idv propone di far pagare il 10 per cento alle società produttrici per i danni.

Secondo D’Agata, la situazione negli ultimi anni “se non è peggiorata, pare che non sia assolutamente cambiata se le nuove gomme completamente biodegradabili, così come promesso, nel frattempo, non hanno preso piede e se le nostre strade continuano ad essere sporcate dalle gomme da masticare”.

D’Agata ha immortalato le gomme incriminate in giro per Lecce, in via Templari nella zona pedonale del centro storico per l’esattezza. “Il chewing gum – secondo D’Agata – continua a restare, quindi, un rifiuto speciale per la sua composizione chimica che fa sì che si attacchi ai pavimenti, si scurisce sino ad annerirsi a causa degli agenti atmosferici e del passaggio di pedoni e veicoli, ed è quindi conseguenza di antiestetiche macchie scure di difficile eliminazione ed i cui costi di smaltimento e pulizia ricadono interamente sugli enti proprietari delle strade e quindi sulla collettività”.

E allora che fare? “Non resta che continuare a perorare la causa dell’introduzione di una tassa a carico delle ditte produttrici i cui proventi dovrebbero essere interamente destinati per la pulizia delle strade da questi antiestetici rifiuti che continuano ad ‘oltraggiare’ le vie dei centri storici, delle città d’arte ed i monumenti del Bel Paese”.

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luiss_smorgana