Le donne autrici della missiva si firmano nome e cognome: Antonella Carisio, Maria Grazia Filippucci e Stefania Salomone nel documento pubblicato dal sito ‘Il dialogo’, “periodico di ispirazione cristiana”. Le tre donne scrivono anche a nome di altre che preferiscono rimanere anonime e prendendo spunto da una recente dichiarazione del Papa che, sullo sfondo dello scandalo pedofilia, ha riaffermato il “valore sacro” del celibato obbligatorio. Che è, per queste donne, una legge ‘umana’, nel senso lato del termine.
“E’ da qui – scrivono – che bisogna partire, affinché ci si interroghi se, come tutte le leggi umane, a un certo punto, in un certo momento storico, non sia il caso di ridiscuterla e modificarla o addirittura, come auspichiamo, eliminarla”.
Ancora: “una delle frasi ricorrenti detta dai preti alle loro ‘compagne’ , si riassume in poche parole ‘ho bisogno di te per essere quello che sono’, cioè un prete. Non stupitevi! per riuscire ad essere testimoni efficaci dell’amore hanno bisogno di incarnarlo e viverlo pienamente, così come la loro natura esige. E’ una natura malata? trasgressiva?”.
“Tutti nella mia famiglia lo conoscevano, anche mia nonna”, racconta ora al sito “Globalpost.Com” una delle tre firmatarie, Antonella Carisio. La sua relazione con il sacerdote brasiliano, Edecir Calegari, è durata sino a che il prete è stato scoperto e trasferito dai suoi superiori a Roma.
“Quando se ne è andato mi ha anche dato un anello di fidanzamento”, racconta la donna. Il sacerdote ha poi accettato di tornare missionario in Brasile. Il quale, da parte sua, ora afferma: “cambiare le regole della Chiesa non sarebbe una soluzione. Ho studiato a Roma con preti delle chiese cattoliche orientali, che possono sposarsi, e hanno problemi peggiori. Ho commesso un errore ed è semplicemente accaduto, ma non ero molto innamorato”.