Veneto: esame di dialetto per aspiranti vigili

Daniele Donà

Il sindaco di Battaglia Terme (Padova), Daniele Donà, di una  lista civica di centrodestra, definisce il requisito della “conoscenza della ‘parlata’ veneta” solo un elemento in più teso a individuare la persona più adatta “a svolgere un lavoro in continuo contatto con persone che usano il dialetto per ogni attività quotidiana, dal commercio ai rapporti personali”.

“Quello che vogliamo – aggiunge – è dare risposta ai bisogni della gente, compresi i tanti cittadini più o meno anziani che usano quasi esclusivamente il dialetto”.

C’è un po’ di meraviglia nel primo cittadino per l’interesse suscitato da un “elemento che è solo uno dei tanti richiesti” presente in un bando di mobilità interna per un posto di vigile urbano. “Un posto – spiega – che può essere ricoperto solo da un altro vigile urbano in servizio in qualsiasi comune che voglia trasferirsi a Battaglia Terme”.

A chi insinua che possa esserci un intento discriminatorio, Donà rinvia al mittente: “Attenzione – dice con fermezza – non è un parametro che riguarda l’etnia o l’appartenenza territoriale. Ad esempio, se c’è un vigile urbano di origine senegalese con cittadinanza italiana o di un qualsiasi paese della Comunità europea che dimostra in sede di esame di comprendere bene il dialetto ha gli stessi punti di un candidato veneto”.

A dimostrazione che non c’è alcun intento di discriminazione, il sindaco ricorda le varie attività svolte dal comune a favore dei circa 350 extracomunitari presenti e integrati nel comune. Al momento, al bando che scade il 18 giugno non risulta pervenuta alcuna richiesta.

Ricorda le necessità di una ‘stessa lingua’ tra istituzioni e cittadini, il vice sindaco Alessandro Baldin. Spiega che a Battaglia Terme “tutti parlano lo stesso dialetto e spesso, come altrove, lo parlano più di frequente che non l’italiano o l’inglese o il francese. Ecco il motivo per il quale la cultura orale – che si riproduce solo attraverso la parola – è un modo in più per rendere la vita quotidiana più conviviale e per avvicinare anche le istituzioni ai cittadini”.

“Va chiarito – aggiunge – che la nostra delibera prevede la ‘comprensione’ del dialetto e inoltre anche ai fini del punteggio generale questa comprensione non è fondamentale per poter vincere il concorso. Dunque i vigili di Battaglia Terme parlano e continueranno a rivolgersi ai cittadini in italiano e non si vuole introdurre nessun pregiudizio né per il vigili né per i cittadini né per la lingua italiana. Solo un modo come tanti altri per far sì che Comune e cittadini parlino la stessa lingua”.

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Maria Elena Perrero