Elisa Claps, il dna sulla maglia è di Restivo. La conferma nella perizia

POTENZA – E’ di Danilo Restivo ”al di là di ogni ragionevole dubbio” il Dna rilevato sulla maglia bianca che Elisa Claps indossava nel giorno in cui fu uccisa. E’ quanto sostiene la perizia del comandante Giampietro Lago del Ris di Parma e del maggiore Andrea Berti del Ris di Roma, di cui l’Ansa ha potuto prendere visione. La perizia è stata depositata l’11 aprile alla Procura di Salerno.

”Il dato di compatibilità – sarebbe scritto nella perizia, citata dall’Ansa – indica Danilo Restivo quale ulteriore contributore del materiale biologico rilevato, in mistura con materiale biologico di Elisa Claps, in particolare su 3 punti del maglione acquisito sulla scena criminis è da ritenere valida aldilà di ogni ragionevole dubbio”.

Danilo Restivo è l’unico indagato dalla procura di Salerno per l’omicidio di Elisa Claps, il cui corpo è stato ritrovato nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza il 17 marzo 2010. Nella perizia di circa mille pagine, i due esperti danno esito delle analisi cui hanno sottoposto tutti gli oggetti consegnati dalla polizia inglese, appartenenti a Restivo, oggi agli arresti e sotto processo in Inghilterra con l’accusa di aver ucciso la sarta Heather Burnett, nel Dorset. Si tratta di un bicchiere, una tazza, uno spazzolino da denti bianco e celeste, un boxer, due sandali (destro e sinistro), due federe di cuscino bianche e una vestaglia color vinaccia, si legge nella perizia.

C’è poi l’elenco dei reperti rinvenuti nel sottotetto della chiesa di Potenza: i periti hanno analizzato la maglia bianca, le formazioni pilifere, risultate però della vittima, una ”porzione di femore”; prelievi sono stati effettuati sul reggiseno di Elisa, dalla coppa destra e da quella sinistra, dalle spalline che facevano parte del top che indossava la ragazza il giorno in cui fu uccisa.

Il Ris ha analizzato anche i reperti consegnati dal perito Eva Sacchi, ”frammenti di tegole portoghesi – si legge nella perizia – trovati a contatto e in prossimità del corpo”.

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Alberto Francavilla