Erika esce entro l’anno. Francesco De Nardo riaccoglie la figlia assassina del fratellino ammazzato

Erika De Nardo in una foto del 2006

NOVI LIGURE (ALESSANDRIA) – Entro l’anno Erika esce, a dieci anni dalla notte in cui uccise la madre Susanna con 40 coltellate e il fratellino con 57 coltellate, dopo aver provato ad avvelenarlo con un topicida e poi ad affogarlo nella vasca di casa. Il fratellino Gianluca che aveva 11 anni. Esce entro l’anno Erika dal carcere di Verziano in provincia di Brescia, dal carcere è già uscito il suo complice Omar Favaro. Erika esce e suo padre, Francesco De Nardo, ritroverà insieme una figlia e la crudele assassina di suo figlio.

Ai funerali della moglie Susanna e del figlio Gianluca Francesco De Nardo fece arrivare due corone. Su una c’era scritto: “Da tuo marito e da tua figlia”. Sull’altra: “Da tuo padre e da tua sorella”. Quel padre firmava il dolore e il cordoglio con il suo nome e con quello di chi aveva ucciso. Voleva continuare ad essere padre di entrambi, della figlia assassina e del figlio assassinato. Se e come sia possibile è cosa che sa solo quel padre, la sua è una storia che atterrisce e letteralmente graffia l’anima di chiunque la ripercorra.

I giudici scrissero in sentenza di condanna, 16 anni di detenzione per Erika e 14 per Omar: “Due omicidi che per l’efferatezza, per il contesto, per la personalità degli autori e per l’apparente assenza di un comprensibile movente si pongono come uno degli episodi più drammaticamente inquietanti della storia giudiziaria del nostro paese”. Gli investigatori che entrarono in quella casa dieci anni fa ne uscirono sconvolti, fisicamente sconvolti.

L'Ingegner De Nardo ai funerali della moglie Susy Cassini e del figlio Gianluca

Era il 21 febbraio del 2001 ed Erika ed Omar inventarono la balla degli “assassini albanesi”. Furono scoperti da telecamere e microspie piazzate nelle celle in caserma: Erika mimava il gesto della coltellata, mormorava “Gliel’ho data qui” e chiedeva ad Omar: “Ti sei divertito ad ucciderli?”. Prima di morire la mamma di Erika disse: “Ti perdono ma non fare del male a Gianluca”. Gianluca provarono ad ammazzarlo due volte di fila, alla terza ci riuscirono.

Psicologi e criminologi dicono che prima Omar e poi Erika sono altre e diverse persone da quelle di dieci anni fa. La casa, la villetta di Novi Ligure è rimasta la stessa, quel padre, Francesco De Nardo, ora è pronto a riaccogliere quella figlia nella stessa casa della strage. Come possa riuscirci, come possa essere padre insieme di Erika e Gianluca è un mistero della paternità che va rispettato. Comprenderlo però è qualcosa che va al di là e oltre i limiti della ragione.

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Mino Fuccillo