Nuova ‘incursione’ dei Radicali sul servizio pubblico Rai per promuovere la battaglia per la legalizzazione dell’eutanasia.Lunedì sera, infatti, secondo il palinsesto visibile anche sul web, sarà trasmessa su RadioUno, in versione radiofonica, la puntata di ‘Dieci minuti di…spazi dell’accesso’ dedicata all’associazione Luca Coscioni. La stessa andata in onda venerdi’ scorso su Rai Tre, che contiene, insieme alla promozione delle attività dell’associazione, i 36 secondi di spot in favore della ”dolce morte”.
Una battaglia che incassa ”il pieno sostegno, come uomo e come medico” di Umberto Veronesi, mentre il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, chiede che la commissione di Vigilanza della Rai ”si ponga il problema” di uno spot che pubblicizza ”un contenuto contro la legge”, anche se ”in uno spazio autogestito”.
Ad andare in onda in tarda serata sulla radio, e’ lo stesso messaggio realizzato per la trasmissione su Rai Tre, venerdi’ scorso, del programma a cura dei servizi parlamentari Rai: dieci minuti di spazio ‘autogestito’ per far conoscere le attivita’ delle associazioni, nei quali l’associazione Luca Coscioni ha inserito lo spot.
Una ‘incursione’ che arriva proprio a 4 anni dalla morte di Piergiorgio Welby, che ha ottenuto che gli fosse ‘staccata la spina’ il 20 dicembre del 2006. E una ”battaglia” con cui si schiera in pieno Veronesi, con una lettera ai Radicali in cui spiega di ”credere molto” al valore ”della libertà individuale, nel momento del distacco, come in malattia”. Veronesi si dice convinto che ”l’impegno unanime di scienza, diritto ed etica contribuirà positivamente alla sensibilizzazione dei diritti dell’uomo, alla qualita’ dell’esistenza e alla scelta libera e consapevole” di fronte al tema del fine vita. E ricorda di ”combattere da sempre il dolore inutile” e ”l’ostinazione terapeutica che porta a volere mantenere in vita un paziente ad ogni costo”.
Il dovere del medico, dice, è ”quello di non far soffrire” e di ”ascoltare la voce dei pazienti” accettando le loro scelte anche quando si trattasse ”di abbandono volontario della vita”. Peraltro, ricorda Ignazio Marino, ”rinunciare all’accanimento terapeutico non vuol dire procurare la morte, ma accettare di non poterla impedire”. Il senatore del Pd sollecita l’arrivo in Aula alla Camera della legge sul testamento biologico, augurandosi di riuscire a fare approvare un testo meno ”oscurantista, che priva i cittadini della liberta’ di scelta”. Testo che invece introduce ”garanzie fondamentali” per il sottosegretario Roccella, proprio nel momento in cui si assiste a ”una recrudescenza della battaglia in favore dell’eutanasia”. Un conto ”è la liberta’ di scelta delle cure – ribadisce – altro è il diritto ad essere uccisi dal servizio sanitario nazionale”