Feltri polemico con Berlusconi: “Se sono d’impiccio, lascio Il Giornale”

Vittorio Feltri

Silvio Berlusconi il 30 settembre aveva detto al Senato che ”i giornali considerati più vicini a noi forse ci fanno più male che bene”. Il giorno successivo il direttore del Giornale Vittorio Feltri ha reagito dicendosi pronto ad abbandonare l’incarico: ”Sono stato chiamato al Giornale per ripianare i conti, ma se la mia presenza è d’impiccio me ne vado, senza polemiche”.

Il presidente del Consiglio, durante il suo discorso a Palazzo Madama in occasione del voto sulla fiducia al governo, aveva sostenuto che  Il riferimento era evidentemente al Giornale e a Libero, che per tutta l’estate hanno portato avanti una campagna ostile al presidente della Camera, Gianfranco Fini.

A proposito delle dichiarazioni di Berlusconi, Feltri si è detto ”convinto che le pensi. Mi hanno chiamato al Giornale perché dovevo ripianare un deficit che al mio arrivo era di 22 milioni e 700 mila euro. In quattro mesi era sceso a 17 milioni. Quest’anno, secondo le previsioni, dovrebbe chiudersi con un passivo di 7 milioni. In 16 mesi sono riuscito a recuperare 15 milioni. E’ questa la missione che cerco di portare a termine ma se devi fare i risultati è necessario fare un giornale di un certo tipo”.

”Può anche non piacere, basta dirlo – ha continuato Feltri – come sono arrivato in via Negri in due ore vado via, senza conferenze stampa e senza polemiche”.

Dopo l’attentato subito dal direttore di Libero Maurizio Belpietro, Feltri ha detto di non aver paura di morire: ”Io la mia vita l’ho fatta, ho figli grandi e vado per i 68 anni e poi meglio morire per una schioppettata che in ospedale pieno di flebo”.

Lo stesso Feltri, così come Belpietro, è sotto scorta da circa 8 anni: ”All’inizio – afferma – è una scocciatura ma poi ci si abitua a tutto”. ”Ma mi metto nei panni di Belpietro – ha continuato Feltri – che ha 52 anni, due figlie piccole e una moglie che non lavora. Io di questo mi preoccuperei, come cittadino oltre che come amico”.

”Ormai in Italia – ha sottolineato Feltri – ci sono due tifoserie, gli ultrà di Berlusconi e gli ultrà degli anti-Berlusconi e questo dà luogo a una reciproca delegittimazione. E quando ti trovi tra due tifoserie, capita di prenderle da tutte e due le parti”.

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Alberto Francavilla