Chi passa da Fontana di Trevi verso le 8 di mattina lo sa: è a quell’ora che gli operatori dell’Acea si immergono (quotidianamente) nelle acque della fontana per raccogliere le centinaia di monetine che ogni giorni i turisti lanciano. “Chi lancia una moneta tornerà a Roma, un giorno”, e così, grazie a questa leggenda metropolitana, sono tanti gli euro che gli operatori raccolgono ogni mattina alle 8. Precisamente, 700mila euro l’anno. Un tesoro niente male che, grazie ad un accordo con il Comune, va nelle casse della Caritas.
Mariella Paci, impegnata in una delle strutture della Caritas, spiega: “Dopo il lavaggio separiamo gli euro dalle monete straniere e li portiamo in banca per il cambio”. E cosa fanno con dollari e sterline? “All’inizio non sapevamo che farcene perchè le banche cambiano solo le banconote. Poi abbiamo scoperto che alcune ditte in Europa cambiano anche le monete. Da allora ogni tanto mandiamo un carico in Inghilterra o in Germania per il cambio”.
Con i soldi raccolti finora hanno restaurato, per esempio, le stanze di Villa Glori, una delle sedi in cui vengono assistiti i malati di Aids. Le monete di Fontana di Trevi, poi, rapprentano la principale fonte di sostentamento dell’Emporio della carità, un supermercato nel quartiere Casilino dove chi ha bisogno può fare la spesa gratuitamente.
Ma la Caritas ha un “concorrente”: si chiama Roberto Cercelletta, in arte D’Artagnan, e ha il vizio di razzolare quotidianamente il fondo della fontana. Ovviamente non potrebbe, ma tanto lui le multe non le paga: risulta invalido e nullatenente. Peccato però che, secondo alcuni calcoli, riuscirebbe a racimolare anche fino 18mila euro al mese.