Dopo 42 anni Gela avrà un piano regolatore generale. Per tutta risposta, molti gelesi hanno deciso di costruire, abusivamente e ancora più in fretta. Venerdì 24 settembre è vicino. C’è chi, scrive Attilio Bolzoni su Repubblica, per stringere i tempi e tirare su la sua casa tutta abusiva ci ha messo 21 giorni.
Per anni a Gela, estremo sud in provincia di Caltanissetta, la corsa al mattone è stata selvaggia. Ognuno ha fatto da sé, si è costruito da solo il palazzetto di famiglia. Negli ultimi anni invece l’edilizia fai-da-te si è concentrata sui piani più alti, per completare quelle case a metà che campeggiano all’ingresso della città, secondo monumento di benvenuto per chi ci arriva dopo le ciminiere del petrolchimico dell’Eni.
I numeri parlano di 20mila vani abusivi realizzati a partire dagli anni Settanta, 16 mila pratiche di sanatoria all’assessorato all’Urbanistica del Comune e 272 sentenze emesse negli ultimi 12 mesi per illeciti edilizi.
Casi come quello del signor N.F. che in meno di un mese si è fatto un palazzetto rosso e bianco in via dell’Ara Pacis non sono sfregi isolati, ma il frutto di chi ha approfittato probabilmente dell’assenza di regole.
Lina Lotti, procuratore capo, spiega a Repubblica: “L’abusivismo non è una calamità naturale e non è necessariamente frutto di una mentalità, qui ha avuto inizio in un periodo ben determinato e ha avuto delle ragioni ben determinate, questo ha sedimentato abitudini”.