La ‘Grande Eruzione’ del Sole è una grande rivelazione: l’attività magnetica della stella è globale

L’attività solare è oggetto di studio da tempo immemore, ma l’osservazione di un’eruzione solare del 1 agosto promette di cambiare totalmente il modo di vedere i fenomeni magnetici che regolano la stella del nostro sistema solare. Una nube di miliardi di tonnellate di gas incandescente ha stravolto la superficie solare propagandosi in tutto l’astro ed evidenziando un meccanismo mai osservato finora.

Karel Schrijver del Laboratorio solare e astrofisico di Lockheed Martin a Palo Alto, California, ha spiegato che “l’evento ha realmente aperto i nostri occhi. Abbiamo notato che le tempeste solari sono fenomeni globali, che si estendono su scale che non avremmo mai immaginato in precedenza”.

La “Grande Eruzione”, così definita dai fisici solari come Schrijer e il collega Alan Title, è stata osservata in dettaglio dal Solar Dinamic Observatory della NASA e dalle sonde spaziali gemelle STEREO. Dopo tre mesi di analisi delle ingenti quantità di dati raccolti i due fisici hanno presentato i risultati al meeting, svoltosi recentemente a San Francisco, della American Geophysical Union.

L’esplosione si è dissolta oltre una dozzina di eventi significanti come onde d’urto, brillamenti e filamenti che ad una prima analisi apparivano come segnali di disturbo nelle strumentazioni, per poi evidenziare uno schema una volta confrontati con la mappa del campo magnetico solare

Se fino ad oggi la comunità scientifica riteneva che le esplosioni fossero prevedibili poiché localizzate a isolate zone della superficie solare caratterizzate da intensa attività magnetica, ora appare evidente che brillamenti, tsunami ed esplosioni della corona, regione esterna del Sole, vanno predetti dopo un accurata analisi del campo magnetico dell’intera stella.

Il momento più esaltante, secondo Title, è stato “osservare che tutti gli eventi di rilevante attività coronale erano connessi da un sistema ad ampio raggio di linee separatrici o quasi-separatrici”, cioè delle zone magnetiche di separazione del plasma dove un minimo cambiamento può comportare la nascita di violente ed intense tempeste elettromagnetiche. La conclusione di Title è che “la nozione di ‘brillamenti simpatici’ torna indietro di minimo tre quarti di secolo”.

Brillamenti che si succedono uno dopo l’altro, come del popcorn scoppiettante, fino ad oggi non potevano essere identificati e collegati fra loro, ma grazie alla collaborazione di SDO e di STEREO è stato possibile monitorare nello stesso momento il 97 per cento della superficie solare, mettendo così in evidenza le connessioni dai ricercatori sospettate, ma mai provate.

“Stiamo definendo i meccanismi di causa ed effetto del fenomeno – ha spiegato Schrijver – L’evento è il prodotto di una grande reazione, dove un’eruzione ha causato le successive in sequenza? Oppure è la conseguenza di alcuni rilevanti cambiamenti del campo magnetico globale solare?”. Solo un’analisi approfondita dei dati potrà rispondere alle domande che Schrijver, Title ed i loro colleghi si stanno ponendo.

Sebbene non tutte le eruzioni solari sono imputabili ad un carattere globale dell’attività del Sole, resta il fatto che tale carattere va indagato ed approfondito, poiché potrebbe finalmente rappresentare il giusto approccio ad una migliore comprensione della nostra stella ed influenzare anche la nostra capacità di predire gli effetti dell’attività solare. Predizioni che, se affidabili, potranno migliorare la sicurezza di linee elettriche e di quelle aree, il cui funzionamento è corroso dalle intense tempeste elettromagnetiche provocate dalle eruzioni solari più violente.

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