Un’operatrice dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia ha tentato di cacciare dai poliambulatori ospedalieri un’insegnante non vedente, con invalidità al cento per cento, perché era accompagnata dal cane guida. L’episodio, accaduto nel febbraio scorso – riporta oggi la stampa locale – ha per protagonista Patrizia Martini, ex insegnante in una scuola materna di Nonantola (Modena). L’azienda ospedaliera reggiana avrebbe inviato nei giorni scorsi una lettera alla signora, esprimendo rammarico per quello che riterrebbe un equivoco.
L’insegnante si era presentata nei locali dei poliambulatori per sottoporsi a una visita ortopedica programmata. L’operatrice, qualificandosi come caposala, le avrebbe intimato a più riprese, davanti ad altre persone e ai figli della docente, di allontanare il cane per motivi igienici, in quanto possibile portatore di microbi e germi in ambiente sanitario. Approfittando di un momentaneo allontanamento dell’ operatrice però, Patrizia Martini riuscì a raggiungere l’ ambulatorio ortopedico col cane guida e a farsi visitare dallo specialista di turno che non avrebbe avuto nulla da obiettare per la presenza dell’animale.
Successivamente, il legale di Patrizia Martini ha inviato una lettera alla direzione sanitaria ospedaliera per chiedere se esista un protocollo di comportamento ospedaliero per le persone che necessitano del cane guida. Nel luglio scorso, in un centro commerciale modenese alcune guardie giurate impedirono alla donna di entrare nella struttura. I responsabili presentarono poi le loro scuse e offrirono duemila euro alla scuola nazionale per cani guida che i Lyons gestiscono a Milano e da dove proviene l’animale dell’insegnante.