Inquinamento sulla miniera di Pasquasia, la procura di Enna apre un’inchiesta

ENNA- La Procura della Repubblica di Enna ha avviato un’inchiesta con l’ipotesi di inquinamento ambientale sulla miniera di sali potassici di Pasquasia, delegando per le indagini la Digos della Questura ed il Nucleo Operativo del Corpo Forestale. In particolare i magistrati vogliono accertare l’eventuale presenza di percolato di rifiuti non controllati, che confluisce in terreni privati e negli affluenti del fiume Morello, e il rischio di dispersione di polveri e fibre contenenti amianto. Nel corso del sopralluogo tecnico, al quale ha partecipato il sostituto procuratore di Enna, Marina Ingoglia, sono stati raccolti elementi per verificare oltre che lo stato generale del sito minerario, chiuso da quasi vent’anni, i percorsi delle acque di scarico dei canali che confluiscono nelle falde acquifere, il dissesto idro-geologico, l’eventuale contaminazione delle acque e la presenza di materiale ferroso ed eternit abbandonato che possono mettere in pericolo la salute pubblica.

L’area oggetto degli accertamenti riguarda l’interno del bacino minerario e i terreni limitrofi; sono già stati programmati prelievi di materiale organico ed inorganico. E’ stata controllata anche la zona dove si trovano alcuni trasformatori sabotati all’inizio di quest’anno e dai quali sono stati dispersi oltre 2 tonnellate di olio elettrico nelle campagne limitrofe. A denunciare l’accaduto era stato un funzionario dell’assessorato regionale dell’Energia al quale era stato affidato il sito, l’ingegner Pasquale La Rosa. Nei suoi confronti la Procura di Enna ha gia’ chiesto il rinvio a giudizio per omissione di atti d’ufficio, gestione di rifiuti non autorizzata e crollo colposo di costruzioni. De Rosa si sarebbe rifiutato di rimuovere e smaltire cumuli di cemento-amianto, materiale gommoso e ferroso e di adottare le misure necessarie per la messa in sicurezza del sito, ridotto a una discarica di rifiuti speciali pericolosi. La miniera di Pasquasia, chiusa nel marzo del 1992, era di proprieta’ dell’Italkali, una societa’ mista formata dalla Regione e da un socio privato.

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