La nuova vita del giudice Borrelli, da ‘toga rossa’ a mediatore: “Condivido Alfano”

ROMA – Nel 2002 il procuratore milanese Francesco Saverio Borrelli inaugurò l’anno giudiziario con un discorso che fece infuriare il governo e che passò alla storia per quell’appello alla magistratura a “Resistere, resistere, resistere”. L’ex “toga rossa” di Mani Pulite aveva parlato per difendere la categoria dalle riforme che il governo, con Berlusconi premier, aveva in mente di fare. Tra queste, anche la separazione delle carriere tra giudici e pm.

Nove anni dopo, Berlusconi è ancora premier e la riforma della magistratura è argomento di strettissima attualità. Ma Francesco Borrelli, nel frattempo andato in pensione come giudice, ha deciso di impiegare il suo tempo come mediatore civile, la nuova figura prevista da un recente provvedimento del ministro della Giustizia Alfano. L’ex giudice inizierà a breve il corso di 50 ore e al Corriere della Sera dice: “E’ l’ennesima dimostrazione che le mie valutazioni non sono mai state dettate da ragioni politiche. Inizio il corso a maggio e non conosco ancora i passaggi tecnici di questa riforma ma approvo la filosofia e gli obiettivi della mediazione civile. In Italia esiste un alto tasso di litigiosità e per riportare i tempi della giustizia in parametri ragionevoli serve un cambiamento molto profondo e credo che questo in corso sia un valido tentativo”.

E se la novità in campo di giustizia civile piace all’ex magistrato, molto meno quella che riguarda il processo penale, il cosiddetto processo breve: “Assolutamente contrario. Non si può pensare a una riforma penale basandosi solo sul taglio dei tempi”.

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Elisa D'Alto